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Economia

Cento lavoratori Snai col fiato sospeso, la Cisl: "Forte interesse dei cinesi"

A rischio il posto di lavoro di tre impiegati a Palermo, uno a Bagheria e gli altri nel resto della Sicilia. Tra le ipotesi anche la chiusura delle agenzie di scommesse. Il sindacato: "Pronti a intraprendere tutte le azioni"

Sindacati a confronto con l’azienda per discutere del futuro di 100 lavoratori. La Fisascat Cisl Sicilia ha inviato richiesta di incontro urgente a Snai Rete Italia per per ricevere informazioni sulle strategie commerciali che la società sta ponendo in essere e che, per quanto paventato, "potrebbero determinarsi - si legge in una nota - nella cessione della rete vendita a terzi o, cosa ancor più grave, nella chiusura delle agenzie dislocate sul territorio siciliano con le conseguenti nefaste ricadute sui livelli occupazionali".

"Siamo fortemente preoccupati per tutte quelle voci che, sempre più insistenti, sembrerebbero dare per accertata la volontà di Snai di voler cedere la rete siciliana a terzi e, verosimilmente, a imprenditori cinesi che sembrerebbero non essere interessati al personale o, ancor peggio, possano voler chiudere le agenzie di scommesse dislocate sul territorio siciliano con le conseguenti nefaste ricadute sui livelli occupazionali”, dichiara Mimma Calabrò Segretario Generale Fisascat Cisl Sicilia.

"Per tale ragione - prosegue la sindacalista - abbiamo richiesto alla società un incontro urgente in modo da fare chiarezza su questa allarmante situazione che sembra, tra l'altro, avere dell'incredibile. Non è trascorso, infatti, neppure un anno dalla sottoscrizione del verbale di accordo ex articolo 47 con il quale si sanciva il passaggio dei lavoratori in Snai con la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali e della stabilizzazione dei lavoratori che in Sis avevano contratti di collaborazione. Un risultato importantissimo che rischia di vanificare tutti gli sforzi profusi a tutela dei livelli occupazionali laddove quanto paventato dovesse, invece, essere vero".

Sono oltre 100 i lavoratori impiegati nelle nove agenzie di scommesse siciliane, di cui tre a Palermo, uno a Bagheria, due a Catania, uno a Marsala, uno a Ragusa e uno ad Avola e che oggi stanno col fiato sospeso perché mai avrebbero immaginato che il grande colosso del mondo delle scommesse ippiche e sportive potesse arrivare a tanto. "Siamo pronti - conclude Calabrò -  a intraprendere tutte le azioni a tutela dei lavoratori laddove la società non dovesse smentire le voci che risultano essere fortemente inquietanti".

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