Almaviva, vertice con i sindacati: "Oltre duemila esuberi"
L'ipotesi del ridimensionamento, dovuto anche all'esaurimento della commessa con Wind, è più concreta che mai. Ipotizzato l'accorpamento delle due sedi di via Cordova e di via Marcellini in uno solo dei due siti per ottimizzare costi e spazi
Incerto il futuro per almeno 2.300 lavoratori Almaviva. L’Slc Cgil di Palermo esprime forte preoccupazione per il rischio esuberi sempre più concreto dopo l’incontro avuto oggi a Palermo con i vertici di Almaviva. L’ipotesi del ridimensionamento, dovuto anche all’esaurimento della commessa con Wind, è più concreta che mai. Tra i punti posti all’attenzione del sindacato, ipotizzato l’accorpamento delle due sedi di via Cordova e di via Marcellini in uno solo dei due siti per ottimizzare costi e spazi; il trasferimento su base volontaria di circa 300 unità part-time da Palermo a Catania; lo spostamento dei 900 Lap di Palermo in una sede separata.
Tre proposte respinte dalla Slc Cgil. “Siamo fortemente preoccupati. Gli annunci di oggi potrebbero aprire uno scenario drammatico per più di 5 mila lavoratori di Almaviva e per le loro famiglie. Parliamo di un numero di lavoratori che supera di due volte quello della Fiat. Quella dei call center è ormai la prima industria siciliana: se si dà corso al piano di ridimensionamento significa decretare la morte dell’azienda. E noi non vogliamo che l’azienda chiuda”, dichiarano il segretario Slc Cgil di Palermo Maurizio Rosso e la rappresentante della segreteria Slc Cgil di Palermo e Rsu di Almaviva Rosalba Vella.
Per quanto riguarda i trasferimenti, secondo la Slc Cgil si tratta dell’”anticamera della chiusura”. “I provvedimenti annunciati non fanno ben sperare – aggiungono Maurizio Rosso e Rosalba Vella -. Abbiamo espresso parere negativo anche perché i trasferimenti rispondono alla logica della riduzione dell’attività e del ridimensionamento occupazionale e non c’è dietro nessun piano di rilancio del sito. Il personale dovrebbe scegliere di andare a Catania per lavorare fuori sede e restare in part time? E’ una proposta assurda. Né accettiamo l’idea dell’accorpamento in una sede più piccola. Da qualsiasi parte la si guardi, la società è condannata allo smantellamento della società”.
L’azienda ha annunciato di avere avviato un piano di verifica delle postazioni disponibili per procedere all’accorpamento delle due sedi palermitane in una sede unica. Ma secondo gli accordi, la Regione avrebbe dovuto individuare invece una sede alternativa. Lo ricordano i due rappresentanti della Slc Cgil: “Chiediamo che vengano riprese le trattative per trovare una sede più grande e accogliente e che possa essere trovare spazio nel piano di sviluppo per Palermo l’area dell’Information Technology, che Almaviva gestisce già a Roma. Chiediamo inoltre alla Regione di avviare processi di riqualificazione del personale in questo campo. Nel settore potrebbero trovare posto anche le centinaia di ingegneri che ogni anno sfornano le nostre Università”.