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Economia Partanna-Mondello / Viale Aiace

"Partanna-Mondello quartiere della cultura": appello per via Aiace e l'ex cotonificio

Gli obiettivi sono il completamento della strada e la rinascita della storica struttura che diventerebbe un vero e proprio collettore di eventi culturali, mostre, intrattenimento, laboratori e formazione: "Dialogo con la Regione"

La situazione dell’ex cotonificio siciliano e il completamento di via Aiace, nella parte a ridosso che collega piazza Bolivar (altezza Lidl) con il tratto in cui ci sono i campi di Giovanni Tedesco, sono stati i punti al centro di un incontro, tenuto nella sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive da Eduardo Marchiano, presidente dell’associazione Aiace Palermo. Erano presenti l’assessore regionale Mariella Lo Bello, i dirigenti della Protezione civile, Francesco Serra e Calogero Foti, con Giusi Badalamenti, componente della segreteria dell’assessorato e dell’associazione Aiace.

"Per l’ex cotonificio - afferma Marchiano - abbiamo voluto dialogare con la Regione, che ne è proprietaria, soffermandoci su un progetto a lungo termine di riqualificazione dell’edificio che possa salvaguardarne la natura architettonica e storica. Progetto alla cui base c’è il suo riuso come polo e incubatore di piccole imprese, di artigiani, antichi mestieri e artisti di strada, caratterizzando gli spazi per dedicarli alle eccellenze siciliane e mediterranee. Insomma, un vero e proprio collettore di eventi culturali, mostre, intrattenimento, laboratori e formazione, nel quale praticare un intervento che gli ridoni quella dignità e quella vocazione produttiva che un tempo anche come volano di uno sviluppo post-depressione della grande guerra".

"Si tratta di un'opera che ha segnato l'epopea della lavorazione del cotone che si raccoglieva nella piana di Gela, ma in parte anche nel Catanese e nell'Ennese - prosegue il presidente dell'associazione "Aiace Palermo" -, lasciando una traccia di grande sviluppo socio-economico". Un progetto veramente ampio come i tanti esempi nell'Italia settentrionale e in Europa di ex opifici riqualificati da vecchi capannoni a centri di interessi internazionali, come lo Spinnerei di Lipsia.

Una memoria dimenticata, come i tanti stimoli che diedero a Mimì La Cavera e ai progettisti Pietro Airoldi e Franco Gioè l’impulso necessario a costruire il complesso industriale. Un fulgido esempio di archeologia industriale, definito dal grande Bruno Zevi un’opera di pregio, riconosciuta a livello nazionale ed europeo.

L’urgenza del completamento della via Aiace appare di primaria importanza per svincolare il bene e donargli quella centralità che aveva una volta. Dal punto di vista ambientale e urbano, tutta la zona industriale ne trarrebbe beneficio, per esempio dal punto di vista produttivo, creando opportunità di sviluppo e di lavoro. L’area, secondo Francesco Serra, presenta le condizioni ideali per dislocare mezzi, attrezzature e uffici, da condividere con l’associazionismo per realizzare un "quartiere della cultura".

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