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Carte contactless, Fabi Palermo avverte: "Attenzione alle truffe"

Gabriele Urzì, segretario provinciale della federazione autonoma bancari italiani: "Chiunque dotato di Pos portatile avvicinandosi alla tasca della vittima può generare un’operazione all’insaputa di quest’ultimo, con conseguente addebito in conto"

Le moderne carte bancomat o di credito contactless si possono prestare facilmente al rischio di truffe, in quanto la tessera non viene più inserita all’interno del Pos con la digitazione del codice segreto, ma basta avvicinarla al dispositivo elettronico. In più, non è necessario digitare il pin per importi fino a 25 euro (in alcuni casi 30). A lanciare l'allarme è Fabi Palermo. "L’esercente - si legge in una nota - si limita a digitare l’importo da addebitare al cliente e, subito dopo, avvicina la carta contactless per l’approvazione dell’operazione. Il Pos emette la ricevuta cartacea e l’addebito sul conto è immediato".

"Le carte contactless sono oggi molto diffuse – afferma Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo – e il rischio di truffe è reale. In pratica, chiunque, dotato di Pos portatile (di quelli mobili, che non necessitano di attacco alla corrente elettrica), avvicinandosi alla tasca della vittima ove è riposta una carta di debito, può generare un’operazione all’insaputa di quest’ultimo, con conseguente addebito in conto. Immaginate cosa puo’ accadere in mezzo alla folla, sul bus o in metro. Peraltro, l’addebito sul conto non appare immediatamente e il responsabile puo’ agire per qualche giorno – a volte settimane – prima che le autorità si mettano a seguire la sua scia, così massimizzando i propri profitti e avendo, peraltro, tutto il tempo per fare “sparire” il denaro".

Va detto che ogni pagamento elettronico viene registrato sui circuiti bancari con un addebito a carico del titolare della carta e un contestuale accredito in capo a chi gestisce il Pos. Questo rende facile, per gli inquirenti, risalire al responsabile della truffa. Il punto però è che, spesso, per 25 euro, i reati non vengono denunciati e pochissimi sono disposti a pagare la parcella di un avvocato affinché si adoperi per recuperare le somme. Come tutelarsi dalla truffa? "Un sistema c’è – continua Urzì -. È possibile conservare le carte in apposite bustine protettive di plastica o metallo e mantenere disattivata l’opzione NFC nel cellulare per riattivarla solo se si devono fare pagamenti contactless".

A maggio del 2018 due malviventi effettuarono, prima di essere scoperti, quattro pagamenti da 25 euro dicendo alla cassiera di avere dimenticato il pin della carta di credito. A luglio dello stesso anno a Mazara del Vallo due malintenzionati furono arrestati per avere fatto acquisti, rigorosamente sotto la quota limite, ai danni di due ignari turisti olandesi. Ma sono solo esempi: tanti reati di questo tipo non vengono neanche denunciati.

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