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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Il 2020 anno nero della ristorazione in Sicilia: 837 imprese hanno chiuso i battenti

I dati sono contenuti nel rapporto annuale Fipe-Confcommercio. Luci spente e porte chiuse per 361 bar e 472 ristoranti. Pesanti le conseguenze della pandemia e le ombre sul futuro. Il presidente regionale Fipe, Dario Pistorio: "I dubbi non sono tanto sulla fiducia che i consumatori abbiano voglia di tornare al 'fuori casa' quanto sulla tempistica delle misure di contenimento del Covid"

A fronte di 23.293 imprese legate al mondo della ristorazione attive in Sicilia, nel 2020 in 837 hanno cessato la propria attività. Il dato emerge dal rapporto annuale Fipe, aggiornato al 31 marzo 2021, quindi comprendendo in pieno il periodo Covid, redatto dall’ufficio studi di Confcommercio nazionale.

"Occorre inquadrare il contesto complessivo. Su 23.293 imprese (suddivise per il 22,2% in società di capitale; per il 15,5% in società di persone; e per il 60,2% in ditte individuali) i bar e altri esercizi simili senza cucina, sempre in Sicilia, sono 8.762; i ristoranti e le attività di ristorazione mobile sono 14.279 mentre sono 252 le imprese che svolgono attività di banqueting, di fornitura di pasti preparati e di ristorazione collettiva", spiegano il presidente Fipe Sicilia, Dario Pistorio, e il presidente regionale Confcommercio, Gianluca Manenti.

Questo il dettaglio delle imprese nei vari settori: 837, come detto, le attività della ristorazione che, in complessivo, hanno cessato l’attività nel 2020 (71 le società di capitali, 137 le società di persone, 627 le ditte individuali). Per quanto riguarda i bar, 361 le attività che hanno chiuso i battenti (25 società di capitale, 63 società di persone e 273 ditte individuali). I ristoranti e le attività di ristorazione mobile che hanno cessato l’attività sono 472 (43 società di capitali, 72 società di persone, 355 ditte individuali). Con riferimento a mense e catering, il rapporto di natalità-mortalità è pari a -4 (3 società di capitali e 2 società di persone hanno cessato l’attività mentre è nata una nuova ditta individuale).

“Le aziende della filiera sono concordi nell’affermare – chiarisce Pistorio  – che il settore chiuderà il 2021 con un risultato negativo rispetto ai livelli pre-Covid del 2019. In particolare, la maggior parte degli intervistati (55%) ritiene che l’evoluzione attesa per il 2021 sarà pari a circa il -20% rispetto al 2019. Al di là della previsione sul numero, emerge chiaramente come sul 2021 permanga un clima di grande incertezza sulla tempistica della 'ripresa', i dubbi non sono tanto sulla fiducia che i consumatori abbiano voglia di tornare al 'fuori casa' quanto sulla tempistica delle misure di contenimento del Covid (come ad esempio orari di apertura, distanziamento, coprifuoco) previste e frequentemente riviste e aggiornate”.

“Per quanto riguarda, invece, il ritorno ai livelli pre-Covid del 2019, esiste ancora grande incertezza – sottolinea dal canto suo il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Manenti – circa il 70% degli intervistati si divide tra chi ritiene che questo sarà possibile già nel 2022 (36%) e chi invece ipotizza che avverrà solo nel 2023 (36%). Esiste tuttavia una quota rilevante di esperti che pensa non si riuscirà a tornare a livelli pre-Covid prima del 2024. Per tutti, le stime sono fortemente legate alle tempistiche di uscita dallo stato di emergenza sanitaria e, di conseguenza, al successo della campagna vaccinale e alla mancanza di ulteriori ondate pandemiche”.

Tra le curiosità che emergono dal report Fipe, il prezzo della tazzina di caffè pari a 0,81 euro a Messina e a 0,98 a Palermo, contro l’1,04 di Alessandria, l’1,05 di Cagliari el’1,10 di Ferrara e Vicenza. Il prezzo del cappuccino che ammonta a 1,40 euro a Messina e 1,55 a Palermo contro l’1,31 di Alessandria, l’1,25 di Cagliari e l’1,41 di Ferrara. E, ancora, il prezzo del panino al bar pari a 2,26 euro a Messina e 2,79 a Palermo contro il 3,52 di Alessandria, il 2,96 di Cagliari e il 2,04 di Ferrara. Infine, ilprezzo del pasto (pizza + bibita) in pizzeria: 9,14 euro a Messina, 10,80 a Palermo contro il 9,07 di Alessandria, l’8,79 di Cagliari e il 9,58 di Ferrara.

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