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Aperture domenicali, Rifondazione comunista e Lega quasi d'accordo: "Siano garantiti diritti"

I due partiti sottolineano la necessità di tutelare i lavoratori, troppo spesso sfruttati in contesti dove dilaga il sommerso. Fumetta insiste: "Il Comune ritiri ordinanza". Gelarda: "Si trovi il giusto equilibrio tra valore come la famiglia e la ripresa delle attività"

Due schieramenti politici profondamente agli antipodi, Rifondazione comunista e Lega, si ritrovano quasi d'accordo su un tema che sta facendo discutere tantissimo: le aperture domenicali dei negozi. Ieri, dopo un "balletto" di ordinanze e circolari, il via libera anche a supermercati e centri commerciali; oggi la presa di posizione del segretario provinciale di Rifondazione Comunista Vincenzo Fumetta e del capogruppo della Lega in Consiglio, nonché coordinatore Enti locali in Sicilia occidentale, Igor Gelarda.

Fumetta insiste nel chiedere all'amministrazione Orlando, che il suo partito sostiene, di ritirare l'ordinanza che diciplina le aperture domenicali. E spiega: "Il diritto al tempo libero e agli affetti delle persone deve prevalere sul profitto di pochi. La pandemia da Covid-19 sembra non averci insegnato nulla".

"L'apertura domenicale dei negozi concessa dal sindaco di Palermo - aggiunge Fumetta - è un provvedimento che nega questa logica e per questo continuiamo a chiedere che venga ritirato. L'assessore Piampiano dica chiaramente se questa è, o non è, una scelta politica. Infine chiediamo al sindaco Orlando, anche nella sua funzione di presidente regionale dell'Anci, che utilizzi i mezzi a sua disposzione per pretendere una maggiore concertazione sindacale o per adattare il provvedimento a determinate categorie commerciali. Quello che non si può fare è cedere a una logica di profitto che prevarica i diritti delle persone soprattutto nel tessuto commerciale di Palermo, in cui lo sfruttamento dei lavoratori e dei lavoratrici è all'ordine del giorno".

Meno netta la reazione del leghista Igor Gelarda, secondo cui "la riapertura di centri commerciali, supermercati e alimentari dopo i mesi di chiusura Covid, pur essendo necessaria per spingere la ripresa delle attività commerciali, non è però indolore per i tanti lavoratori".

"Dopo questi mesi passati a casa - sottolinea - si sono riscoperti valori importanti come quello di passare le domeniche con le proprie famiglie, con i propri cari. Ragione per cui ai lavoratori riesce ancora più difficile pensare di dovere tornare a lavorare pure tutte le domeniche dell'anno, o quasi. Credo che sia assolutamente necessario trovare un giusto equilibrio tra i diritti dei lavoratori e la necessità delle aziende di ripartire".

Ragion per cui, conclude Gelarda "si deve attivare un confronto sereno e costruttivo con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria. I diritti devono essere garantiti a tutti, specie in una regione dove, fin troppo spesso, tali prerogative vengono negate in parte o del tutto. E dove il problema del lavoro nero è un fenomeno, disgraziatamente, troppo diffuso".

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