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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Collettore fognario e lavori su Monte Pellegrino: "Riassumete i 25 operai licenziati"

La Fillea chiede al Comune il riassorbimento della manodopera di due appalti di Palazzo delle Aquile: "Si assumano la responsabilità della manodopera fatta fuori dalle imprese estromesse"

La Fillea chiede al Comune il riassorbimento della manodopera di due appalti di Palazzo delle Aquile: il collettore fognario e il consolidamento del costone roccioso di Monte Pellegrino. “Ci sono 25 operai licenziati in due cantieri di cui il Comune è stazione appaltante. Il Comune deve assumersi le sue responsabilità e salvaguardare chi ha già lavorato per queste due opere”, dichiarano Piero Ceraulo e Salvatore Bono, della Fillea Cgil.

La Fillea Cgil Palermo ha inviato oggi una lettera al sindaco Leoluca Orlando, all'assessore ai lavori Pubblici Maria Prestigiacomo e all'assessore al lavoro Giovanna Marano chiedendo un incontro urgente  per trovare un “percorso condiviso” per la riassunzione del personale impegnato nei due appalti affidati dal Comune.  “Siamo profondamente preoccupati per la sorte di questi lavoratori. Riteniamo inaccettabile che, per motivi non attribuibili ai lavoratori, siano stai licenziati”, scrive Ceraulo.

Per quanto riguarda il collettore fognario, dopo l'estromissione della Cala Scarl, il Comune ha affidato i lavori alla società Amec. “La Amec, subentrata alla Scarl, sta operando senza aver salvaguardato i 15 operai precedentemente impegnati – spiegano  il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e Salvatore Bono, della segreteria Fillea – E per i lavori al costone roccioso sopra il cimitero dei Rotoli, non abbiamo notizie da parte del consorzio Integra, impresa aggiudicataria dei lavori, che a dicembre ha estromesso dall'esecuzione dell'opera la ditta Himera e ha provveduto immediatamente a smontare il cantiere e a licenziare  gli 8 lavoratori”.

Il Consorzio Integra ha intenzione di ultimare i lavori, giunti al 90 per cento, affidandone l'esecuzione a un'altra ditta. “Ancora non sappiamo quando ripartirà il cantiere e chiediamo le garanzie occupazionali per tutti gli 8 rocciatori licenziati, che aspettano ancora le ultime tre mensilità di stipendio, il tfr e gli accantonamenti in cassa edile dal febbraio 2019 – proseguono Ceraulo e Bono – Considerata l'importanza delle due opere, riteniamo importante un incontro per dare garanzie ai lavoratori licenziati.   Il Comune, in quanto stazione appaltante, non può sottrarsi alle dinamiche dell'appalto e ha la responsabilità di verificare la regolarità dei pagamenti degli stipendi ai lavoratori  e dei versamenti agli enti previdenziali, così come  deve contribuire alla salvaguardia occupazionale delle maestranze,  per dare continuità  ai lavoratori  impegnati in un'opera  a prescindere dalle  società che subentrano nell'appalto. Siamo pronti a fare un sit-in sotto l'assessorato al Lavoro, se non arriveranno risposte”.

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