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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

"Sicilia al capolinea, si apra il confronto": l'appello della Cisl a Musumeci

Cinquecento delegati delle nove province dell’Isola hanno partecipato all'assemblea del sindacato. Presente anche la leader nazionale Annamaria Furlan

Rifiuti, precari, enti di area vasta e spesa regionale. Sono i temi emersi dall’assemblea regionale dei quadri Cisl, che si è svolta in città. All’assise, aperta dal segretario della Cisl Sicilia Mimmo Milazzo e conclusa dalla leader nazionale Annamaria Furlan, hanno preso parte 500 delegati delle nove province dell’Isola. In prima fila una poltrona vuota sulla quale una locandina macchiata di rosso recitava: “Riservato a tutte le donne vittima di violenza”. 

Milazzo ha puntato l’indice sui dati dell’emergenza Sicilia. “Nei primi nove mesi di quest’anno – ha detto – nell’Isola sono state assunte, in tutto, quasi 282 mila persone. Ma ne sono state licenziate 246 mila 700. La gran parte delle assunzioni, 173 mila 700, sono state a tempo determinato, poi apprendisti (9100) e stagionali (25 mila 700). Gli impieghi a tempo indeterminato hanno riguardato appena 73 mila persone o poco più. Troppo poco”. Ecco perché il sindacato, ha insistito il segretario, si augura “che il governo Musumeci prenda forma nei prossimi giorni. Che l’eventuale esercizio provvisorio non vada oltre un mese. E che il nuovo esecutivo dia corso a una rapida un’inversione di rotta. Perché siamo al capolinea”. “Alla vigilia del voto del 5 novembre, assieme a Cgil e Uil – ha ricordato Milazzo – abbiamo consegnato ai candidati alla presidenza della Regione un documento programmatico. E abbiamo chiesto il via immediato al confronto Regione-forze sociali per dare corpo a un patto che, facendo pure leva sull’insularità riconosciuta alla Sicilia dal Parlamento Ue, contribuisse ad attrarre investimenti, promuovere fiscalità compensativa e zone economiche speciali. A mettere in circolo le risorse disponibili, comprese quelle degli accordi con Anas e Rete ferroviaria. Ancora, a semplificare la macchina amministrativa, rilanciare le infrastrutture, riqualificare il territorio. E creare occupazione stabile e diffusa. Adesso che siamo al dunque, il toro va preso per le corna. Anche perché l’ennesima collocazione in coda delle province siciliane, nella parallela graduatoria nazionale sulla qualità della vita pubblicata qualche giorno fa da Italia Oggi e Sole 24 Ore, è un'umiliazione da cui bisogna trovare il modo di venire fuori. Ma servono lungimiranza. E volontà politica”. Da qui la richiesta spedita a Palazzo d’Orleans dai 500 delegati Cisl, del “via al confronto già dalla prossima settimana. In ogni caso subito dopo l’ormai prossima, speriamo, formazione del governo”.

Per la Cisl è tempo di “affidare agli archivi della storia il sistema arcaico e perverso delle discariche e la logica perdente delle proroghe su proroghe”. Tanto più che siamo sull’orlo dell’ennesima crisi. Domani scade l’ordinanza che ha assegnato alla Regione poteri speciali. Ma aldilà dell’immediato, servono una nuova organizzazione del sistema “praticamente bloccato da vent’anni”; un piano regionale che s’intrecci con quello per l’energia. L’incremento della raccolta differenziata, inchiodata sul 24-25 per cento in media contro il 65% voluto dall’Ue. E l’accelerazione sul fronte dei sistemi di riciclo e degli impianti di valorizzazione.

“C’è bisogno di uno sprint, di uno scatto, di un sussulto”, ripetono alla Cisl, a cominciare dagli 1,9 miliardi della delibera Cipe pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa. Attraverso la “rimodulazione dei piani per i fondi Ue e di quelli relativi ai 5,2 miliardi dei patti per la Sicilia e per le tre aree metropolitane”. “Proponiamo l’istituzione di una cabina di regia governo-Anci-forze sociali presso la presidenza della Regione – precisa Milazzo – per la verifica con cadenza bimestrale dello stato di avanzamento della progettazione esecutiva e per rilevare eventuali impasse che fermano gli uffici tecnici, che semmai vanno potenziati”. In agenda anche il tema della città metropolitane e degli enti di area vasta. Tanto più dopo la sospensiva del Tar, di un paio di giorni fa, queste istituzioni “non possono rimanere nel limbo di una grottesca confusione, in attesa che prima o poi la Consulta si pronunci”. Con seimila dipendenti più 800 delle Partecipate, appesi a un filo e con la palude delle attività. “Governo e Ars si mettano di buzzo buono e diano velocemente un punto alla questione”. Una pagina triste, che va chiusa per il sindacato è quella dei precari: "oltretutto perché in certi casi aperta è rimasta per decenni. Adesso è disponibile una finestra anche grazie alla circolare Madia, la 3 del 2017, arrivata dopo una lunga trattativa col sindacato". Per la Cisl, “vanno messe in atto tutte le procedure possibili per la stabilizzazione”. E per questo gli enti locali che non lo abbiano già fatto, “che sono purtroppo la gran parte”, dovrebbero essere richiamati a chiudere celermente il consuntivo 2016, il preventivo 2017-19. E a fare il bilancio consolidato senza il quale ormai non si va da nessuna parte.

“Abbiamo alle spalle oltre un anno e mezzo di difficile confronto col governo nazionale – ha sostenuto Furlan – grazie al quale sono arrivati una serie di benefici per i lavoratori, che prima non c’erano. Ora sì. In forza del quale tante rigidità della Fornero, passo dopo passo, sono state tolte di mezzo. Ed è stato accolto il principio che i lavori non sono tutti uguali”. L’emendamento alla legge di bilancio che in Parlamento è passato qualche giorno fa, per la segretaria “raccoglie in toto il percorso che abbiamo fatto col governo. L’anno scorso avevamo portato a casa il cumulo gratuito dei contributi, la quattordicesima ai pensionati, l’Ape social; quest’anno il blocco dell’aspettativa di vita per quindici categorie di attività gravose e, per tutti i lavoratori, il calcolo dell’aspettativa di vita sulla media degli ultimi due anni. Poi la costituzione, da subito, di due fondamentali commissioni: la prima, istituzionale e di cui faranno parte pure i sindacati, verificherà la reale aspettativa di vita per tutti i settori e per tutti mestieri; la seconda affronterà, finalmente, il tema della separazione tra assistenza e previdenza, una richiesta che sono anni che avanziamo”. 


 

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