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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Forni roventi: "Ci fanno chiudere 2 domeniche al mese e si vende il pane tra la polvere..."

Il nuovo decreto regionale non piace alle associazioni di categoria che restano sul piede di guerra: "Favorisce l'abusivismo e la concorrenza sleale - dicono a PalermoToday - va riscritto o abolito"

Continua la guerra del pane in Sicilia. Le modifiche presentate dall'assessore Girolamo Turano al tanto contestato articolo 2 del decreto regionale sulla panificazione, che impone la chiusura domenicale e nei giorni festivi, non piacciono alle associazioni di categoria che, per tutta risposta, passano al contrattacco chiedendone l'abolizione. 

Cna, Confartigianato, casartigiani, Claai e Confesercenti hanno esposto le proprie perplessità sulla soluzione proposta dalla Regione nel corso di una coferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sede del Cna: "La soluzione che ci è stata proposta lo scorso 15 febbraio consisterebbe nel limitare la chiusura obbligatoria a due domeniche al mese e non tiene dunque praticamente conto delle volontà espresse dagli operatori del settore". Le associazioni, infatti, da tempo chiedono di poter scegliere liberamente il giorno settimanale di chiusura e di concordare la turnazione con i sindaci dei territori. Una proposta, la loro, che rimane inascoltata. 

"Siamo d'accordo sulla regolamentazione - spiega a PalermoToday Giuseppe Pezzati, presidente di Confartigianato - ma non sulle imposizioni. Due giorni di chiusura al mese diventano un problema. Bisogna delegare ai sindaci la gestione della turnazione". Il presidente annuncia quindi la prossima mossa delle associazioni: "Cercheremo un confronto con il presidente Nello Musumeci per cambiare la regolamentazione, gli faremo avere la nostra ipotesi di disegno di legge". 

Il decreto legge, che impone la chiusura domenicale, è in vigore dal 29 ottobre scorso, ma è stato subito contestato dalla categoria dei panificatori. "La norma regionale - afferma il presidente Cna, Tindaro Germanelli - va in controtendenza con quella nazionale e non solo. Il decreto contrasta la direttiva europea Bolkestein il cui obiettivo è favorire la libera circolazione dei servizi e l'abbattimento delle barriere tra i Paesi e introduce elementi di concordanza sleale. Mentre noi dobbiamo chiudere i centri commerciali restano aperti e non vengono controllati i prodotti che vengono. Lì non avviene la panificazione. Il pane venduto è precotto o surgelato e arriva dall’estero. C’è un problema economico e un problema di qualità". Posizione condivisa da tutte le associazioni che hanno partecipato alla conferenza stampa.

Ma le critiche al decreto non finiscono qui: "Favorisce l'abusivismo - tuona Nino Buscemi, presidente provinciale Confartigianato e panificatore - in una città dove il fenomeno è già molto diffuso: siamo pieni di bancarelle che vendono il pane in mezzo alla polvere e allo smog. I panifici sono e resteranno aperti. Noi siamo artigiani e non abbiamo obbligo di chiusura. Una legge ci tutela".

Il decreto regionale non prevede delle multe per chi lo viola, ma impone delle chiusure. "Al momento - conclude Buscemi - il Comune di Palermo è dalla nostra parte e non ci sono stati controlli. Sono, inoltre, molti i comuni della Regione dove qualcosa è successo. I sindaci e i panificatori si sono incontrati e hanno deciso di non applicare l’articolo 2. Andremo avanti quindi finchè le nostre ragioni non saranno ascoltate".

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