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Economia

Unicredit cede il credito su pegno, sindacati sul piede di guerra: "60 lavoratori a rischio"

Il gruppo bancario, entro il primo semestre 2018, cederà l'attivita all'austriaca Dorotheum. Le sigle sindacali: "Assurdo privarsi di uno strumento dal grande impatto sociale"

Nella serata di ieri UniCredit e Dorotheum, dopo un periodo di trattativa, hanno sottoscritto un accordo preliminare vincolante per la cessione delle attività di credito su pegno in Italia. I sindacati non ci stanno e promettono battaglia. “Siamo all’ennesima esternalizzazione - affermano Giuseppe Angelini (Fabi) Gabriele Urzì (First Cisl) Elia Randazzo (Fisac Cgil) Salvatore Li Castri (Uilca) e Giuseppe Di Giacinto (Unisin) - dopo gli impegni presi in sede di accordo sul piano industriale che escludevano tali operazioni fino a tutto il 2019. Un'operazione che osteggeremo con tutti i mezzi possibili, perché oltre a mettere a rischio il futuro e le professionalità di 60 lavoratori siciliani, priva la Regione Sicilia di uno strumento indispensabile che garantisce un ruolo sociale e un facile accesso al credito da parte, non soltanto come erroneamente si pensa di una parte del ceto sociale meno abbiente, ma anche di clientela medio alta magari in momentanea situazione di difficoltà”.

La Dorotheum è una delle principali case d’aste in Europa ed è leader del settore in territorio austriaco (con il 90% della quota di mercato ed una trentina di filiali). Con la nuova operazione, che dovrebbe perfezionarsi entro il primo semestre 2018, espanderà la propria operatività in Italia. “La miopia strategica di Unicredit - continua le sigle sindacali - sta raggiungendo livelli non più tollerabili e nei prossimi giorni organizzeremo azioni eclatanti per contrastare l’ulteriore impoverimento di una banca che aveva raccolto la gloriosa eredità del Banco di Sicilia e della Sicilcassa e la sta dilapidando”.

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