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Cantieri Navali, licenziati i lavoratori della mensa

Dodici dipendenti hanno perso il posto di lavoro dopo il passaggio dell'appalto a un'altra ditta

Messi alla porta, licenziati. Continuano le proteste dei lavoratori della mensa dei cantieri navali che in questi giorni hanno perso il posto di lavoro. Fincantieri ha infatti ceduto l'appalto del servizio mensa alla società Cot Ristorazione Società Cooperativa, azienda subentrante nell'appalto alla Euroristorazione srl di Vicenza, mentre ai 12 lavoratori della mensa è stato disattivato il badge e adesso non hanno più possibilità d'accesso al luogo di lavoro. Così, in segno di protesta, hanno deciso di rispondere presidiando quotidianamente gli ingressi della mensa.

In questi giorni si sono uniti alla protesta i militanti dei centri sociali palermitani Ex Karcere e Anomalia: “Portiamo solidarietà alla lotta di chi è restio ad accettare condizioni imposte dall'alto e palesemente votate alla retrocessione delle condizioni esistenti - si legge in una nota -. Invitiamo tutta la cittadinanza a solidarizzare con i lavoratori della mensa dei cantieri navali licenziati in una terra come la nostra che vive già in maniera consistente il dramma della disoccupazione”. E in questi giorni - hanno spiegato i sindacati - per protesta tutti hanno rifiutato la mensa dell'azienda.

Anche Rifondazione Comunista ha partecipato al presidio di portesta davanti alla Prefettura per esprimere solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della mensa di Fincantieri "ingiustamente licenziati dopo che la Cot ristorazione di Palermo è subentrata alla Euroristorazione di Vicenza". "L’azienda palermitana - dichiara Frank Ferlisi responsabile lavoro del partito - ha giustificato il grave atto con la ragione che aveva personale proprio. Non solo, ma i pasti vengono preparati nello stabilimento di Brancaccio la mattina e successivamente trasportati alla mensa dove arrivano freddi e immangiabili. Con l’aggravante che, prima, con l’azienda veneta che preparava i pasti nelle cucine della mensa, si teneva in considerazione le condizioni di salute di non pochi operai e impiegati e si preparavano per loro pasti particolari. Grave anche l’atteggiamento di Fincantieri - continua Ferlisi - che non ha vigilato sul cambio di gestione della mensa e ha consentito che la manodopera non venisse confermata come da legge".

LE PRECISAZIONI DEL PRESIDENTE DI “COT RISTORAZIONE” - il presidente della società, Emanuele Ribaudo, ritiene necessario puntualizzare: "Si tralascia, in questa sede, ogni valutazione relativa al personale che, lo si ribadisce, in forza dei dettami del CCNL di riferimento, non ha alcun diritto al passaggio diretto. Infatti, come è noto, nel caso che qui ci occupa il contratto non impone all’impresa aggiudicataria l’obbligo di assumere tutti lavoratori precedentemente impiegati né di attribuire loro identiche mansioni. Si potrebbe, al limite, ritenere sussistente una sorta di priorità (in caso di necessità) e comunque “nei limiti di compatibilità” con l’organizzazione aziendale della scrivente società. Tale interpretazione è espressione della necessaria tutela dell’organizzazione della scrivente impresa, alla quale non si possono imporre oneri incoerenti con l’assetto organizzativo aziendale prescelto".

"Rifondazione Comunista - continua Ribaudo - attraverso una dichiarazione del responsabile lavoro del partito, fa sapere che 'l’azienda palermitana ha giustificato il grave atto con la ragione che aveva personale proprio. Non solo, ma i pasti vengono preparati nello stabilimento di Brancaccio la mattina e successivamente trasportati in mensa, dove arrivano freddi e immangiabili. Con l’aggravante che, prima, con l’azienda veneta che preparava i pasti nelle cucine della mensa, si teneva in considerazione le condizioni di salute di non pochi operai e impiegati e si preparavano per loro pasti particolari'. "Sulla dichiarazione in argomento - conclude Emanuele Ribaudo - va precisato che i pasti attualmente forniti sono stati particolarmente apprezzati e vengono consegnati nel rispetto della normativa vigente in materia (c.d. “pacchetto igiene”). Per quanto concerne, invece, le diete speciali, la scrivente società è dotata di servizio dietologico interno e, di conseguenza, è destituita di fondamento anche la dichiarazione nella parte in cui sostiene che non vengono tenute in considerazione le condizioni di salute degli operai".
 

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