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Call center, 10 mila lavoratori palermitani a rischio licenziamento

I sindacati lanciano l'allarme e sollecitano il Prefetto: "C'è tensione tra i lavoratori perché sono molti i call center a rischio". Tra i casi simbolo i 262 operatori di Atlanet e 4U servizi che conta 333 dipendenti

"Sono 10 mila gli addetti ai call-center a Palermo: la tegola dei cambi d'appalto, se non passa l'emendamento, può avere effetti a domino e creare un disastro in tutto il territorio. Già ad Almaviva, a dicembre, con le commesse in scadenza di Enel e Tim, gli esuberi possibili sono mille". E' l'allarme lanciato dalla componente Slc Cgil di Palermo, Rosalba Vella.

Ieri si è svolto un incontro in Prefettura che ha concluso il sit-in organizzato in via Cavour a sostegno dell'emendamento in corso di approvazione al Parlamento che introduce la clausola sociale nei cambi d'appalto. C'è tensione tra i lavoratori perché sono molti i call center a rischio, fanno sapere dal sindacato, secondo cui "i 262 operatori di Atlanet, nel passaggio da Accenture a Bt hanno perso parte dell'integrativo aziendale. Un altro caso aperto è quello del call center 4U servizi, che conta 333 dipendenti". Slc Cgil ha sollecitato al Prefetto un intervento per evidenziare lo stato di necessità del settore.

"Considerato l'enorme bacino di lavoratori di call center che gravitano su Palermo e sulla Sicilia, è necessario - secondo il sindacato - costruire una politica industriale per il settore dei servizi, che rappresenta il futuro dell'occupazione in Sicilia, Isola che è ai primissimi posti in quanto a qualità e professionalizzazione dei suoi lavoratori. E' un settore che può avere sviluppi occupazionali straordinari. E ci rammarichiamo che tranne il Comune di Palermo, la Regione sia stata assente. Siamo preoccupati per i cambi d'appalto e per la politica del massimo ribasso. Questo settore si sviluppa solo se c'e' grande attenzione da parte della politica e investimenti seri da parte delle aziende".

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