Call center Abramo, monta la protesta dei lavoratori: proclamato lo stato di agitazione
Gli stipendi di gennaio per ora restano congelati: i commissari giudiziali pagheranno soli 5 giorni. I sindacati scrivono ai committenti: "Chiediamo il pagamento diretto ai lavoratori". Indetto uno sciopero della durata di 20 ore
I lavoratori del call center Abramo, da oggi, sono ufficialmente in stato di agitazione. Indetto anche uno sciopero della durata di 20 ore, la cui articolazione verrà successivamente comunicata. "E' di oggi - spiegano i sindacati - la comunicazione del pagamento di soli 5 giorni di lavoro di gennaio 2022 e precisamente quelli che vanno dal 27 al 31".
Quasi tutto lo stipendio resta quindi congelato. Da qui la protesta. "L'incontro e tutte le rassicurazioni date dai commissari giudiziali hanno avuto - continuano Slc Cgil e Uiltcom Uil - solo un effimero riscontro e lo stato di difficoltà sociale, oramai drammatico, determinato dalla situazione finanziaria dell’Abramo customer care, sta generando una ricaduta ancor più grave sui lavoratori rimasti all’interno dell’azienda".
Lo scorso 27 gennaio 2022, il Tribunale di Roma sezione fallimentare, ha dichiarato lo stato d'insolvenza dell'Abramo Customer Care Spa e si sono avviate le fasi previste per l'accesso alla procedura di amministrazione straordinaria che mira al recupero della gestione dell'impresa ed alla salvaguardia della tenuta occupazionale. Il Mise ha nominato tre commissari giudiziali che entro il prossimo 26 febbraio dovranno preparare una relazione contenente le cause dell'insolvenza ed una valutazione economica ed operativa sulla sussistenza delle condizioni per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria.
Nel frattempo i lavoratori in servizio per Tim e per Yoox, che stanno continuando a garantire la produzione, non vedono il pagamento intero delle loro spettanze oramai da quelle relative al mese di dicembre, pagate solo parzialmente. "Ad esso si aggiungono ulteriori perdite di salario degli anni 2020/2021 e che sta determinando l’aggravamento ulteriore di una condizione insostenibile per il sostentamento di centinaia di famiglie. Le segreterie territoriali chiedono l’intervento di tutti i committenti chiamati in solido a garantire la tenuta sociale, attraverso il pagamento diretto ai lavoratori".