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Banche, sempre meno sportelli in Sicilia: è allarme per i piccoli comuni

I dati emergono dalla presentazione del rapporto sul credito dell'assessorato all'Economia, guidato dal vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Poche anche le assunzioni nel settore, come denuncia la Federazione autonoma bancari italiani

Sempre meno banche in Sicilia, con conseguenti difficoltà per gli utenti dell'Isola. E, conseguentemente, si registra una riduzione dei dipendenti "ben oltre i livelli medi del Paese e solo in parte giustificata dell'evoluzione tecnologica e digitale". È quanto emerge dal rapporto sul credito, presentato oggi dal vice presidente della Regione siciliana e assessore all'Economia, Gaetano Armao. A dicembre 2020 l'insieme delle banche aventi sede legale nell'Isola è risultato pari a 18 (15 banche di credito cooperativo, una società per azioni e 2 banche popolari), per 283 sportelli complessivi. Le altre banche presenti nella regione, ma aventi sede legale fuori dal suo territorio, hanno operato nel complesso, con 896 sportelli. A dicembre 2020 quindi in ambito regionale erano presenti 1.179 sportelli bancari. 

"Se si effettua un calcolo cumulato della riduzione degli sportelli dal 2008 - ha spiegato Armao -, si registra un abbassamento del 35,4 per cento, con riduzione di ben 644 sportelli, tendenza questa che, pur in linea con quella del Sud, è sensibilmente maggiore rispetto al Centro-Nord e richiama un'analoga tendenza generale alla desertificazione del Mezzogiorno da oltre un decennio evidenziata dall'assessorato all'Economia".

Sul tema è intervenuto anche il coordinatore della Fabi in Sicilia, Carmelo Raffa: "Non è lecito lasciare i piccoli Comuni senza banca, perché rappresenta un servizio pubblico essenziale. Le banche non fanno assunzioni in Sicilia, a cominciare dal gruppo Unicredit che ha assorbito Banco di Sicilia, Banca di Roma, Sicilcassa e Credito Italiano. Unicredit ha dimezzato il personale nell'isola (circa 3000 tra esodi e pensionamenti) effettuando in un decennio solo venti assunzioni". 

"È auspicabile - ha concluso Armao - che si pongano le condizioni per sfruttare al meglio le risorse che arriveranno con il Pnrr, non soltanto a livello regionale, attraverso politiche di riorganizzazione del tessuto produttivo, ma è necessario che si crei velocemente un 'Sistema Sud' in cui le istituzioni che si occupano della crescita a livello nazionale, in primis le associazioni di categoria ed enti come Invitalia, collaborino strettamente con le regioni".

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