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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Aziende confiscate, la Fillea: "Serve sistema condiviso per tutelare attività e lavoratori"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

"Un progetto strategico per migliorare le condizioni dei lavoratori del settore costruzioni, rilanciando sul piano economico e produttivo le attività delle aziende sequestrate e confiscate, agganciandole alla ripresa del comparto dell'edilizia. Le nostre proposte oggi sono state condivise, l'obiettivo è rivedersi di presenza presto”. Lo ha detto il segretario della Fillea Cgil Piero Ceraulo all'iniziativa “Aziende sequestrate e confiscate”, proponendo una rete di soluzioni e strumenti per la ricognizione di risorse e la tutela del personale, durante il confronto online al quale hanno partecipato, tra gli altri, Prefettura, Tribunale di Palermo, Agenzia dei beni confiscati, Comune, liquidatori e amministratori, coordinato da Totò Bono, della Fillea Cgil. Confronto, ascolto e collaborazione. La Fillea ha raccolto la disponibilità degli interlocutori a un cambio di paradigma sul piano cultuale e normativo, per compiere un percorso condiviso, incentrato sul dialogo tra tutti i soggetti che esercitano un ruolo nei sequestri e nelle confische.  Un cambio di passo, un processo che ha già coinvolto la Prefettura e l'Anbsc, “con le quali è stata inaugurata una fase nuova”.

"Al settore delle costruzioni appartiene il 50 per cento delle aziende sottoposte a sequestro e confisca. Le aziende già confiscate definitivamente sono 533 in Sicilia, di cui 218 del settore delle costruzioni e di queste 126 ricadono nella provincia di Palermo – ha detto Ceraulo - La necessità è far rimanere le aziende confiscate sul mercato. Il 90 per cento delle aziende arrivano decotte negli anni che passano tra il sequestro e la confisca. Come organizzazione sindacale delle costruzioni siamo pronti a mettere in campo alcune proposte. E siamo sicuri che con il coinvolgimento di tutti i soggetti oggi qui presenti si potrà potenziare il sistema di gestione ed amministrazione dei beni sequestrati e confiscati”.

Tra le proposte avanzate oggi dalla Fillea Cgil c'è quella di un Consorzio di cooperative, al cui interno confluiscano diverse realtà produttive del settore delle costruzioni, in forma di cooperativa dei lavoratori specializzati nelle diverse attività, come edilizia residenziale, progettazione, manutenzioni, rigenerazione urbana, restauro e conservazione, gestioni immobiliari, attività di cava, fornitura calcestruzzo.  “In pratica – spiega Ceraulo - vogliamo costituire un Player siciliano della legalità che abbia al suo interno diversi giocatori. Ogni realtà verrà costituita in cooperativa attraverso il coinvolgimento dei lavoratori facenti parte delle aziende sequestrate e confiscate. E anche quello di giovani professionisti dell'Università di Palermo e degli ordini professionali”.

E ancora, ha spiegato la Fillea: fare “sistema” significa rafforzare la collaborazione tra istituzioni e forze economiche e sociali, da sostenere con strumenti di intervento e risorse. La Fillea punta all'istituzione di una cabina di regia da parte della Prefettura, per la sottoscrizione dei protocolli di sicurezza e ha chiesto un monitoraggio con l'elenco delle aziende poste a misure di prevenzione e dei lavoratori. E tra le soluzioni proposte, c'è anche la creazione di un fondo per il sostegno alle aziende sequestrate e confiscate per le anticipazioni dei pagamenti a lavoratori e fornitori e un accordo con Comune di Palermo, Prefettura, Consorzio, Agenzia e organizzazioni sindacali su interventi di manutenzione e rigenerazione del patrimonio immobiliare confiscato."

“Serve anche – ha aggiunto il segretario della Fillea Palermo Ceraulo - l'utilizzo delle risorse Fug per l'avvio di un piano massiccio di manutenzione degli immobili confiscati. E un accordo tra Comune e Agenzia per il comodato d’uso gratuito per gli immobili da adibire ad uso scolastico, sanitario e abitativo, per contrastare l'emergenza abitativa”.

Di Recovery della Legalità, e di economia legale, “per mettere fuori gioco le imprese non sane”, hanno parlato anche il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario della Fillea Cgil nazionale Graziano Gorla. "Nella legalità c'è il futuro economico sociale di Palermo e della Sicilia. Oltre al Recovery Plan dell'economia serve anche un Recovery Plan della legalità, con leggi e codici condivisi e allargati per un mondo globalizzato. La presenza della Prefettura è importante. Qualche settima fa abbiamo costituito un tavolo provinciale in Prefettura con le associazioni. Un fatto positivo, che ci aiuta a trovare soluzioni condivise non solo per l'uso degli immobili confiscati ma soprattutto per le aziende e i lavoratori che ci lavorano. I beni confiscati devono diventare beni sociali altrimenti la gente non comprende il senso della lotta alla mafia. Va affermato il principio di Pio La Torre, sindacalista della Cgil, che i beni vanno sequestrati alla mafia per privarla dei suoi averi e restituiti alla collettività”. “Con l'iniziativa di oggi – ha concluso Graziano Gorla, segretario Fillea Cgil nazionale - abbiamo ribadito come è necessario lavorare tutti insieme per restituire le imprese confiscate sane e bonificate all'economia legale attraverso la costituzione di cooperative dei lavoratori laddove ve ne sono le condizioni. Parallelamente occorre porre la massima attenzione all'enorme quantità di spesa pubblica in opere edili con la definizione di protocolli tipo di legalità sul modello di quelle recenti per le grandi opere strategiche pubblicate nella gazzetta ufficiale il 29 gennaio scorso. Preoccupa un dibattito politico tutto centrato sul codice degli appalti e poco attento ai rischi di infiltrazione criminale nelle opere pubbliche”.

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