Il caso Decathlon, dopo una settimana il Comune batte un colpo: "Abbiamo agito nel rispetto delle norme"
Così l'amministrazione, prima con l'assessore Martorana e poi con il sindaco Orlando, si difende nella vicenda che ha portato il colosso francese dell'abbigliamento sportivo ad aprire al Poseidon di Carini. L'intervento, peraltro tardivo, nulla aggiunge ai fatti già noti. Intanto Palermo avrà l'ennesimo supermercato
Sul caso Decathlon, dopo una settimana il Comune batte un colpo. Lo fa con una nota dell'assessore alle Attività produttive Cettina Martorana, che ripercorre la vicenda - giudiziaria e burocratica - dell'area dell'ex Coca Cola di Tommaso Natale, che la Abate spa (società catanese della grande distribuzione) avrebbe voluto riconvertire per poi cederla con annessi fabbricati a Decathlon. Così non è stato. E anziché Decathlon, che frattanto ha scelto di aprire il suo store al Poseidon di Carini, parte del terreno di Tommaso Natale sarà destinato a un supermercato Lidl.
L'intervento dell'assessore Martorana, che questa vicenda l'ha seguita nella coda finale, appare comunque tardivo. E nulla aggiunge ad una storia già nota in tutti i suoi passaggi. Una storia che affonda le radici nel 2012 quando, ricorda Martorana, "pervenne una richiesta da parte del proprietario dell'area ex Coca Cola al fine di insediare una multisala cinematografica e relativi servizi a supporto. Il Suap rilasciò il relativo permesso di costruire, ma da ciò derivò un'indagine della Procura sfociata in diversi rinvii a giudizio".
La magistratura, prosegue la ricostruzione dell'assessore, "ritenne che la zona territoriale omogenea in cui ricadeva l'area in questione non fosse compatibile con la destinazione commerciale in base al vigente Piano regolatore e alle relative norme di attuazione. Da quel momento, di conseguenza, il Suap respinse le istanze analoghe pervenute per la suddetta area, fra cui una prodotta nel 2020 dal proprietario dell'area stessa".
Il contenzioso sull'area dell'ex Coca Cola si è poi spostato al Tar, che "ha accolto il ricorso del proprietario sulla base di una 'preferibile interpretazione' delle citate norme di attuazione"; mentre il procedimento penale "si è risolto nel 2021 con l'assoluzione dei dirigenti comunali imputati. La società proprietaria (Abate spa, ndr) dunque ha vinto il ricorso, ottenendo l'autorizzazione alla destinazione commerciale richiesta".
Il resto è storia recente: "Nel mese di luglio 2021 è stata presentata - con riferimento ad una porzione dell’area in questione - una richiesta di permesso di costruire da parte della Lidl con allegato un preliminare di compravendita tra quest’ultima e la società proprietà dell’area". Così conclude l'assessore, quasi rammaricandosi di quanto accaduto e augurandosi che "altre aziende continuino a manifestare interesse per la nostra città", essendo l’area della ex Coca Cola "in parte ancora disponibile".
Una settimana dopo la notizia che Decathlon aprirà al Poseidon di Carini, anche il sindaco Leoluca Orlando dice la sua. "Nelle scelte del Comune - si legge in un laconico commento del primo cittadino - l'attività è costantemente rivolta, nel doveroso rispetto della normativa, a trasformare l'attrattività conquistata dalla nostra città in concreta presenza imprenditoriale e lavorativa nel nostro territorio".
Fermo restando il rispetto delle regole da parte dei privati, in questo caso riconosciuto anche dalla magistratura, la domanda però sorge spontanea: se per portare a termine un'operazione immobiliare che possa generare posti di lavoro in media devono passare dieci anni, quale imprenditore è nelle condizioni oggi di aspettare tutto questo tempo col rischio peraltro di impegnare ulteriori capitali per dover affrontare dei contenziosi? E ancora: perché la burocrazia comunale, capace in situazioni come questa di avere un peso maggiore dell'organo politico, preferisce nel dubbio aspettare le decisioni della magistratura anziché assumersi la responsabilità di applicare le norme? Se il Comune fosse stato più "coraggioso", forse oggi a Palermo ci sarebbe il colosso francese dell'abbigliamento sportivo e non l'ennesimo supermercato di cui, senza dubbio, la città avrebbe potuto fare a meno.