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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Carini

Ansaldo Breda di Carini, siglato l'accordo: salvi i 140 lavoratori

Sessantacinque dipendenti passeranno a Rfi per la manutenzione dei treni nella sede di Carini che viene ceduta gratuitamente. Altri 40 a Trenitalia, sempre per le stesse attività, lavoreranno nei siti palermitani della società

E’ stato siglato questo pomeriggio nella sede del Mise, l’accordo che salva i posti di lavoro dei 140 dipendenti Ansaldo Breda di Carini attraverso passaggi ad Rfi, Ferrovie e altre aziende del gruppo Finmeccanica a Palermo. All’incontro hanno preso parte  Ansaldo Breda, Finmeccanica, Fim Fiom e Uilm, il Ministero allo Sviluppo economico e la Regione siciliana.  “Dato che lo stabilimento di Carini era rimasto fuori dalla vendita al gruppo Hitachi a differenza di Napoli, Pistoia e Reggio Calabria, - spiegano Ludovico Guercio segretario Fim Cisl Palermo Trapani e Giancarlo Campagna Rsu Fim Ansaldo – abbiamo dovuto trovare una soluzione per salvare i 140 posti di lavoro, ma resta l’amaro per aver perso a Palermo anche il settore delle costruzioni di treni, altro ramo industriale che se ne va via dalla nostra città”.

Sessantacinque lavoratori passeranno a Rfi per la manutenzione dei treni nel sito di Carini che viene ceduto gratuitamente. Altri 40 a Trenitalia sempre per le stesse attività nelle sedi palermitane della società. Tutti seguiranno dei corsi di formazione a partire da novembre.  Il resto degli operai,  fra possibilità di pensione con la Fornero e opzione di trasferimento in altri siti Ansaldo d’Italia e l’unica azienda Finmeccanica di Palermo la Select Es, saranno salvaguardati.

“Non potevamo di certo far subire ai lavoratori le gravi conseguenze di escludere Carini dalla vendita del gruppo, con la grave crisi occupazionale vissuta dalla nostra città – aggiungono Guercio e Campagna – sarebbe stato un pesantissimo colpo”.  “Ma ciò che manca è una visione industriale” commenta Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani  “il risultato della tutela dei livelli occupazionali è fondamentale, ma come ribadiamo da tempo, bisogna guardare anche oltre, ad una vera politica regionale di rilancio della metalmeccanica palermitana che partendo dalla soluzioni delle vertenze come cantieri navali, ex Fiat e ad altre, possa davvero far rinascere un settore così cruciale per l’economia cittadina, perché invece la realtà, come in questo caso, ci mostra continui abbandoni e fughe dal nostro territorio da parte dei grandi gruppi”. 

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