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Cronaca

"Soldi in cambio di voti per le Comunali del 2012", la prescrizione cancella una condanna

La Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza con cui erano stati inflitti 6 mesi in abbreviato a Antonio Fiorentino. L'imputato avrebbe dovuto ricevere 20 mila euro per organizzare una festa alla Marinella dal candidato al Consiglio, poi non eletto, Giuseppe Bevilacqua

La prescrizione cancella la condanna per corruzione elettorale nell'ambito della tornata per le Comunali del 2012 di Antonio Fiorentino. L'imputato, secondo l'accusa, in cambio del suo appoggio al candidato del Pid per il consiglio comunale, Giuseppe Bevilacqua, avrebbe dovuto ottenere un finanziamento di 20 mila euro per l'organizzazione di una festa alla Marinella.

A spazzare via la condanna a 6 mesi (pena sospesa) di Fiorentino - al quale in primo grado, con l'abbreviato, erano stati infitti invece 8 mesi - è stata la quinta sezione della Cassazione, presieduta da Alfredo Guardiano, che sul punto ha accolto uno dei motivi dell'avvocato dell'imputato, Raffaele Bonsignore: i giudici hanno infatti stabilito che la prescrizione era in realtà maturata già prima della sentenza d'appello (emessa a novembre dell'anno scorso) e precisamente il 4 gennaio del 2020.

Il processo è uno degli stralci dell'inchiesta "Agorà" della guardia di finanza, coordinata nel 2015 dagli allora sostituti procuratori Annamaria Picozzi (oggi aggiunto) ed Amelia Luise (oggi alla Procura europea), che aveva coivolto diversi politici anche a livello regionale.

Le intercettazioni: "Per 30 voti 150 euro" | video

La difesa di Fiorentino ha messo in evidenza che il finanziamento per la festa non sarebbe mai arrivato e che, al momento dell'intercettazione che inguaierebbe l'imputato, Bevilacqua non sarebbe stato neppure ancora candidato: passò un anno - dice l'avvocato - tra la promessa e la tornata elettorale in cui poi il politico non venne neppure eletto.

Se sul calcolo della prescrizione la Cassazione ha concordato con la difesa, ha ritenuto invece gli altri motivi "infondati". Nella sentenza d'appello è stato ravvisato "correttamente - scrivono i giudici - un pactum sceleris nell'accordo (a cui Fiorentino, dopo un'iniziale incertezza, accede inequivocabilmente) finalizzato ad ottenere voti in cambio della erogazione di un finanziamento (preribilmente pubblico) di 20 mila euro per l'organizzazione di una festa di quartiere", considerando "irrilevante la circostanza che, al momento dell'accordo, Bevilacqua non fosse ancora ufficialmente candidato".

Inoltre, afferma ancora la Suprema Corte, "l'accordo tra Fiorentino e Bevilacqua è caratterizzato da una promessa seria e concreta di quest'ultimo al fine di ottenere i voti e dall'accettazione di Fiorentino che, più degli altri, per la pregressa esperienza nel settore, era in grado di garantire, per come lo stesso Fiorentino afferma nell'intercettazione ('uno che sta dietro ai politici')". Infine è indubbio che "gli interlocutori della quella conversazione a quattro, intercettata il 10 maggio 2011, si riferissero alle elezioni comunali del maggio successivo ('e poi c'è un anno di tempo' sono parole pronunciate da Fiorentino)".

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