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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Calatafimi / Corso Pietro Pisani

Salvini dai "suoi" poliziotti alla Lungaro, pranzo in mensa col figlio di Montinaro

Dopo il minuto di silenzio alla stele di Capaci e l'incontro all'Aula bunker, il leader della Lega ha fatto visita in caserma. Il pasto concluso con un cannolo: "Si mangia bene". Quindi l'incontro col figlio dell'agente ucciso nella strage di Capaci

Prima una visita alla stele di Capaci che si trova lungo l’autostrada e la tappa all’Aula bunker scandita da momenti di silenzio, strette di mano, abbracci e selfie, cercando di evitare contatti con i giornalisti. Poi il pranzo concluso con un cannolo alla mensa della Lungaro, fra i “suoi” poliziotti, aspettando le 15 per il tributo floreale al Reparto Scorte 'Martiri di Capaci e via D'Amelio. "Si mangia bene", ha commentato il ministro. Nella stessa caserma il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha anche incontrato in forma privata alcuni familiari delle vittime e i due sopravvissuti alle stragi di via D'Amelio e Capaci.

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“Per noi è questo il vero momento del ricordo”, ha detto il figlio dell’agente morto nella strage Antonio Montanaro, il 28enne Giovanni, che ha raccontato così l’incontro con Salvini: “Abbiamo pranzato insieme. Qui noi ci sentiamo a casa e credo che sia un momento importante anche per i poliziotti. E’ sempre bello quando il ministro incontra i suoi agenti". Poi un cenno sulla Quarto Savona 15, la Fiat Croma blindata e andata distrutta nell'attentato. "E' tornata a casa. In passato la città non era pronta e forse non lo eravamo anche noi. Ma adesso è a casa. In un certo senso la carcassa sulle spalle ce la siamo sempre portati, adesso - dice sorridendo - l'abbiamo qui fisicamente”.

Salvini in città, adesivi e striscioni contro il ministro

Quella del ministro è stata una delle presenze più chiacchierate negli ultimi giorni. Dal suo arrivo a Palermo è stato accolto dal prefetto Antonella De Miro, dal questore Renato Cortese, dal capo della polizia Franco Gabrielli e da altri uomini e donne delle istituzioni. Ci sono state però anche delle assenze “importanti” all’Aula bunker, come quelle di Leoluca Orlando, che si è fermato ai cancelli, e Nello Musumeci. Entrambi avrebbero deciso di non partecipare al momento commemorativo all’Ucciardone proprio per la presenza del leader della Lega.

“Ho accolto il presidente del Consiglio Conte - ha detto il sindaco Orlando - e quello della Camera Fico, ora andrò in piazza Magione con i ragazzi. Per celebrare insieme a loro il grande cammino di questa città che andata avanti perché è stata intransigente senza fare sconti”. Preannunciata la defezione del governatore siciliano: “Dolorosamente non andrò all’Aula bunker per la prima volta. Non andrò e mi dispiace. Le polemiche sono tante, c’è troppo veleno e tutto questo non suona a rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta”, aveva detto ieri.

Dai canali social del ministro Matteo Salvini

Le assenze del Sindaco e del Governatore non potevano non diventare l’oggetto dei di tweet e post firmati dal titolare del Viminale. Proprio sui social, dopo un post sugli sbarchi o una diretta video sulla giornata di oggi, ha scritto: “Oggi è la giornata dell’Unità Nazionale contro le mafie. Stiamo sequestrando ville e negozi dei boss, assumendo poliziotti, accendendo telecamere: sono incomprensibili le polemiche e le assenze di certa sinistra che non sono un’offesa a me ma alla memoria di Giovanni Falcone e di tutte le eroiche vittime della mafia”.

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L’arrivo del vicepremier della Lega, oltre a provocare piccole scosse mediatiche, ha diviso anche i palermitani. In molti lo hanno accolto con gioia e altri si sono dati da fare per costituire tanti piccoli comitati di "accoglienza". Come per l’ormai famosa campagna lanciata 15 anni fa da Addipizzo contro il racket, la città si è risvegliata con numerosi adesivi contro il ministro e il suo partito. “Un siciliano che vota Lega è un siciliano che non conosce o non rispetta la propria storia. Un siciliano che vota Salvini è un siciliano senza dignità”.

Agli adesivi si aggiungono le decine, forse centinaia, di lenzuoli appesi nei balconi. Alcuni bianchi, altri riportanti slogan sui diritti e la libertà di espressione (con riferimento alla notizia che ha fatto il giro dell’Italia per la prof sospesa per “omesso controllo” sul lavoro dei suoi alunni, e altri più arguti o coloriti come “Sei un quaquaraquà, l’antimafia non si lega”, “La scuola è libera e i balconi pure”, “L’unico straniero a Palermo, i ministro dell’Interno” e, dulcis in fundo, “Contro il ministro delle interiora 49 milioni di stigghiola”.

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