rotate-mobile
Cronaca

Lo fa arrestare per sequestro di persona e stupro, ma oggi è introvabile: l'indagato torna libero

A dicembre una palermitana aveva fatto finire in carcere un ghanese che le avrebbe prestato dei soldi per acquistare l'eroina di cui è dipendente, pretendendo in cambio rapporti sessuali. L'avrebbe pure bloccata a casa sua, ma lei era riuscita ad avvertire i carabinieri. Poi è sparita e senza di lei non si riesce a fare l'incidente probatorio

Fa arrestare l'uomo che l'avrebbe sequestrata e violentata in un tugurio nella zona di piazza Sant'Erasmo, ma poi sparisce: non si presenta all'incidente probatorio, neppure con l'accompagnamento coatto dei carabinieri, e l'indagato, un ghanese di 53 anni, senza fissa dimora e che si arrangia facendo il posteggiatore abusivo - finito in carcere il 21 dicembre scorso - torna libero. Il gip Rosario Di Gioia non ha avuto altra scelta che accogliere l'istanza di scarcerazione dell'avvocato Mauro Barraco, che assiste lo straniero, perché senza la testimonianza della presunta vittima tenere in piedi le accuse diventa davvero molto complesso.

Una storia paradossale, ma anche di profondo degrado sociale quella al centro dell'inchiesta dei carabinieri, coordinata dal sostituto procuratore Giorgia Righi. Protagonista una palermitana di 31 anni, schiava da tempo dell'eroina e che proprio per questo si è allontanata dalla sua famiglia d'origine ad agosto dell'anno scorso. Subito avrebbe conosciuto l'indagato a Ballarò, il quartiere in cui solitamente comprava la droga. L'uomo l'avrebbe ospitata e a suo modo "aiutata", prestandole i soldi per comprare la dose quotidiana e arrivando - a dire della presunta vittima - a chiederle in cambio anche rapporti sessuali.

La sera del 20 dicembre, intorno alle 22, la trentunenne avrebbe chiamato il ghanese per farsi prestare i soliti 10 euro e, per farsi consegnare la somma, sarebbe andata nella casa diroccata di Sant'Erasmo. Secondo la versione della presunta vittima, lo straniero avrebbe però preteso di passare la notte con lei, minacciando di non lasciarla andare via finché non avesse restituito 80 euro che in quei giorni le avrebbe prestato. A quel punto - così ha denunciato la donna - l'avrebbe bloccata col suo corpo e le avrebbe impedito di andare via.

L'indagato si sarebbe poi calmato, ma avrebbe continuato a pretendere i soldi e fra i due ci sarebbe stata una discussione molto animata. La trentunenne però sarebbe riuscita ad avvertire un amico tramite Whatsapp, dicendogli che era in pericolo, fornendogli la sua posizione esatta e chiedendogli di chiamare i carabinieri.

Prima dell'una del 21 dicembre, i militari della stazione Palermo-Scalo erano effettivamente intervenuti. La donna aveva raccontato quanto le sarebbe accaduto, aggiungendo anche che nelle settimane precedenti il ghanese l'avrebbe ripetutamente violentata. Per lo straniero era così scattato l'arresto, che era stato convalidato dal gip il 24 dicembre con le accuse di sequestro di persona a scopo di estorsione - reato che prevede una pena tra i 25 e i 30 anni di carcere - alle quali successivamente si è aggiunta anche quella di violenza sessuale.

A marzo, proprio per cristallizzare il racconto della donna - che sarebbe la prova regina in un eventuale processo - il pm aveva chiesto e ottenuto un incidente probatorio. L'udienza era stata fissata dal gip per il 4 maggio, ma quel giorno, nonostante la regolare notifica, la presunta vittima non si era presentata in tribunale. L'incidente probatorio era stato quindi rinviato al 16 giugno e il giudice aveva disposto l'accompagnamento coatto della palermitana. Che tuttavia si era resa definitivamente irreperibile.

Nell'impossibilità di procedere all'acquisizione della prova, il gip aveva restituito gli atti al pubblico ministero. La difesa ha quindi chiesto la scarcerazione dell'indagato e l'ha ottenuta: il giudice ha infatti ritenuto che, stando così le cose, le esigenze cautelari si sarebbero notevolmente affievolite. Il ghanese è quindi tornato libero, ha soltanto l'obbligo di dimora a Palermo e anche quello di presentarsi tre volte alla settimana alla polizia giudiziaria. Se non si trovasse la presunta vittima, la Procura potrebbe comunque procedere d'ufficio contro lo straniero, ma senza le dichiarazioni della trentunenne il percorso giudiziario potrebbe davvero complicarsi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lo fa arrestare per sequestro di persona e stupro, ma oggi è introvabile: l'indagato torna libero

PalermoToday è in caricamento