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Cronaca

"Nessuna violenza sessuale nel parcheggio della discoteca": assolto il ras della droga allo Zen

A 5 anni dal presunto stupro davanti al "Mob Disco Theatre" di Villagrazia di Carini, scagionato Lausgi Kemais, noto come "Gabriele Alì". La vittima ha sempre detto di ricordare poco di quella sera perché sotto effetto di droga e alcol. Sui suoi vestiti furono trovate tracce del dna dell'imputato, che ha sempre parlato però di un rapporto consenziente

Lei ha sempre detto di non ricordare molto di quella sera perché sarebbe stata sotto l'effetto di alcol e droghe, eppure aveva accusato Lausgi Kemais, detto "il turco", meglio noto come "Gabriele Alì", e ritenuto uno dei ras della droga allo Zen, di averla violentata per diverse ore nel parcheggio di una discoteca. Dopo 5 anni di processo, la seconda sezione del tribunale ha però deciso di assolvere pienamente l'imputato, per il quale la Procura aveva invece chiesto una condanna a 9 anni di carcere. I giudici hanno accolto le tesi degli avvocati Riccardo Bellotta e Raffaele Bonsignore.

Kemais da sempre ha sostenuto la sua innocenza, non negando di essere stato in quel locale, il "Mob Disco Theatre" di Villagrazia di Carini, il 19 novembre del 2017, e neppure di aver avuto un rapporto sessuale con la presunta vittima, ma respingendo l'accusa di violenza sessuale in quanto la presunta vittima sarebbe stata invece consenziente. Il tribunale ha anche disposto speciali accertamenti durante il processo per stabilire se per caso la ragazza fosse stata stordita con la così detta droga dello stupro, ma non ne sono state trovate tracce nei suoi capelli.

Contro l'imputato c'erano alcune fotografie scattate quella sera nella discoteca, che provavano quindi la sua presenza nel locale, ma anche il suo dna sui vestiti della giovane, oltre ai tabulati telefonici che dimostravano anch'essi la presenza di "Gabriele Alì" a Villagrazia di Carini. La difesa ha sempre affermato che non fossero prove sufficienti a sorreggere l'accusa di stupro: le tracce di dna potevano essere state lasciate anche durante un rapporto consenziente, per esempio.

Secondo la versione della presunta vittima, sarebbe stata trascinata con la forza in un'auto posteggiata davanti alla discoteca e poi violentata. Avrebbe cercato di difendersi in tutti i modi, ma inutilmente. Dopo il presunto stupro sarebbe stata soccorsa da alcuni giovani, ai quali aveva chiesto di essere accompagnata ad una festa a Balestrate, nel residence "Valle Dorata", dove avrebbe avuto un appuntamento con un'amica. Quando i partecipanti a quel party le avevano aperto la porta si sarebbero però subito accorti che la ragazza non stava bene e avevano chiamato il 118. Da lì era partita l'inchiesta contro Lausgi Kemais.

La presunta vittima non sarebbe stata lucida quella sera, neppure al momento dell'ipotetico stupro, che sarebbe avvenuto tra le 4 e le 8.30, e il suo racconto non è mai stato lineare. Aveva raccontato per esempio che uno dei suoi aggressori avrebbe avuto una cicatrice su uno zigomo ed è un segno particolare che l'imputato non ha mai avuto. Inoltre, Lausgi Kemais ha sempre sostenuto di essere andato via dalla discoteca prima delle 4.

Sotto inchiesta per la presunta violenza sessuale erano finiti anche due giovani di Erice, per i quali il pm aveva chiesto all'epoca anche l'arresto. Il gip l'aveva però negato. Per loro, a 5 anni dai fatti, non è stato avviato tuttavia alcun processo e l'unico imputato adesso è stato assolto.

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