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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Partanna-Mondello

"Nessuno stupro in spiaggia a Mondello, sesso consenziente": due assoluzioni

Finisce dopo tre anni l'incubo di Maurizio Mortillaro e Antonino Mangano, accusati di violenza sessuale da due ragazze. L'avvocato difensore: "Molte contraddizioni nei loro racconti. Strano che dopo il fatto abbiano richiamato loro e non la polizia"

"Non hanno stuprato due ragazze, ma si è tratta di sesso consenziente". Finisce con un’assoluzione l’incubo per i due trentenni palermitani che erano stati accusati di violenza sessuale. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Giovanni Francolini perchè "il fatto non sussiste". Gli imputati Maurizio Mortillaro, magazziniere di 32 anni, e Antonino Mangano, macellaio di 35, erano stati accusati da due ragazze poco più che ventenni di averle violentate in spiaggia a Mondello tre anni fa. I due uomini furono anche rinchiusi in carcere per 25 giorni.

I fatti risalgono al settembre del 2012. Due ragazze, una siciliana e una tedesca, raccontarono di essere state violentate in spiaggia a Mondello. Il primo contatto con i due palermitani era avvenuto un noto locale della zona, prima di finire in spiaggia dove l’atto sessuale era stato consumato. Le loro richieste d’aiuto furono accolte da un passante che successivamente avvisò la polizia. Una volta individuati i due furono arrestati con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Dopo la visita medica delle ragazze e i primi accertamenti, i due palermitani finirono in carcere. Ma il tribunale del Riesame, presieduto da Maria Elena Gamberini, aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare.

Le motivazioni della sentenza restano al momento sconosciute e arriveranno entro 90 giorni. Il dispositivo del giudice per l’udienza preliminare Giovanni Francolini (ai sensi del comma 2 dell’articolo 530 del Codice di procedura penale) ha dato ragione agli avvocati dei due imputati, Sergio Visconti e Rocco Chinnici, che sin dall’inizio aveva respinto e considerato falsa l’accusa mossa dalle ragazze. “Le loro dichiarazioni - spiega l’avvocato Visconti - hanno mostrato diverse contraddizioni. Un dettaglio merita di essere sottolineato: nonostante la visita medica fatta la sera stessa, il giorno dopo a una di loro è caduto un preservativo dalla vagina mentre camminava”. Dopo il rapporto sessuale, stando a quanto ricostruito dalla difesa, le ragazze non chiamarono la polizia, bensì richiamarono al cellulare uno degli accusati. Tesi confermata dai tabulati telefonici dove, invece, non risultava alcuna chiamata ad alcun numero d’emergenza delle forze dell’ordine.

“I nostri clienti - spiega ancora Visconti - raccontano di aver ricevuto una richiesta insolita dalle donne, ovvero di pagare loro 50 euro poco dopo l’atto sessuale. Una richiesta che li ha infastiditi e convinti ad andare via. E' strano che le due ragazze, dopo quello che volevano far passare per uno stupro, richiamino loro stessi invece che avvisare la polizia”. Proprio quella telefonata, sin dall’inizio, aveva iniziato a minare la credibilità delle due amiche ventenni, che sin dall’inizio avevano ricostruito la dinamica raccontando di una serata allegra, dove era stato bevuto qualche bicchiere di troppo, e terminata con la violenza sessuale.

Anche secondo il giudice del Riesame c’era qualcosa che non quadrava: “Non è stata accertata la presenza di alcun segno di violenza esterna sul corpo delle ragazze”, scrivevano in riferimento al referto dei medici del Policlinico, che rivelarono “l’assenza di escoriazioni ed ecchimosi agli arti superiori e inferiori al dorso”. Ma qualche lieve ferita fu invece trovata nel corpo dell’altra ragazza, l’amica tedesca, che presentava anche un piccolo taglio al labbro. E su questo punto il Riesame scriveva: “Non è allo stato emersa la natura e la causa del piccolo ematoma e delle aree escoriata”. Finisce nel cestino la richiesta di tre anni di carcere avanzata dal pubblico ministero dopo le dichiarazioni delle due donne, che non si sono neanche costituite parte civile.

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