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Un bagno a gennaio, le arancine, via D’Amelio e lo Zen: un viaggio a Palermo come regalo per i 18 anni di un lombardo

Accompagnati dall'insegnante cremasco Alex Corlazzoli, innamorato della Sicilia, cinque giovani hanno trascorso lo scorso fine settimana tra il capoluogo e Cinisi alternando visite impegnate, cibo di strada e divertimento

Londra? Parigi? Barcellona? Niente di tutto questo. Per il diciottesimo compleanno, quattro ragazzi lombardi hanno regalato a un loro amico un viaggio a Palermo. A folgorarli un collegamento video di qualche mese fa con Manfredi Borsellino e le parole di Alex Corlazzoli, maestro cremasco, innamorato del capoluogo e della Sicilia, che da tempo non faceva altro che decantare le bellezze della Trinacria al figlio di una sua collega. Proprio quest'ultimo è stato l'organizzatore della mini-vacanza a Palermo. "Un mix tra memoria, impegno, conoscenza artistica, culinaria ed enologica", così descrive il weekend appena trascorso Corlazzoli, insegnante alla scuola primaria di Salvirola dell’istituto comprensivo Falcone e Borsellino di Offanengo (Cremona), che ha fatto da guida alla comarca. Quarantasei anni e una tessera della Lega stracciata quando era giovane, dopo aver preso una cotta per la Sicilia, dove ha anche operato da volontario, il maestro è orgoglioso di aver fatto conoscere ai giovani conterranei un pezzo dell’Isola, mostrandone le meraviglie e raccontandogliene le storie, anche quelle dolorose.

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Una foto pubblicata su Facebook immortala il maestro con i suoi cinque giovani “amici” in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992, il giudice Paolo Borsellino venne ucciso insieme alla sua scorta. Scrive Corlazzoli: “Rita (Borsellino, ndr) ha permesso a me di conoscere Paolo e di chiamarlo per nome. A lei avevo promesso che avrei portato in via D’Amelio altri giovani perché Paolo viva per sempre. Oggi ho passato il testimone e quando uno di loro mi ha chiesto: 'Ma tra 60 anni ne parleranno ancora?', io ho detto loro: 'Dipende da te, da voi. Ora potrai raccontare questa storia ai tuoi compagni, ai tuoi figli e loro lo faranno con i tuoi nipoti?' ". 
Borsellino e non solo. Perché, continua, "ho imparato da maestro che c’è bisogno di sapere ed è inammissibile in questo Paese vedere ragazzi che non conoscono figure come Rosario Livatino, Pino Puglisi, Peppino Impastato". Così Alex, insieme a Filippo Parati, Daniele Fiorentini, Andrea Barra, Riccardo Triassi e Cristian Legramandi, il neodiciottenne, una volta atterrati a Punta Raisi, dopo un bagno (sì, un bagno a fine gennaio) a Cinisi e una chiacchierata sulla spiaggia di Magaggiari hanno fatto tappa al casolare dove venne assassinato il militante di Democrazia proletaria. Poi rotta verso casa di Peppino coi celebri 100 passi percorsi per raggiungere anche quella che era l’abitazione del boss Tano Badalamenti.

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Una due giorni piena non solo di visite a luoghi simbolo della lotta contro Cosa nostra. La comitiva lombarda ha attraversato tutto il centro storico, soffermandosi alla Magione per vedere dove sono cresciuti Falcone e Borsellino, ma anche in via Cavour davanti alla lapide che ricorda il magistrato Gaetano Costa e sulle scale di piazza della Memoria, al tribunale. Un break tra le bancarelle dei mercati del Capo, di Ballarò e della Vucciria, mangiando arancine e bevendo zibibbo. Poi un salto anche a Mondello per un pranzo a base di pesce. Prima del ritorno in Lombardia, c'è stato spazio per un ultimo appuntamento non da turisti convenzionali. "Mi hanno chiesto di andare allo Zen per toccare con mano la realtà del quartiere", spiega Corlazzoli. E così è stato con un incontro al Laboratorio Zen Insieme con la coordinatrice Mariangela Di Gangi. "Incuriositi da quello che sanno probabilmente di male sul quartiere, si sono ritrovati a vedere cosa invece c’è di bene attraverso l'opera di volontariato dell'associazione. Se ne sono andati con molte più risposte rispetto agli interrogativi che avevano. Solo una cosa li ha scandalizzati: la spazzatura".

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