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Cronaca

Quei carabinieri assassinati dalla mafia in via Scobar, Orlando: "Non conosciamo ancora tutta la verità"

Il 13 giugno del 1983 la tragica fine del capitano Mario D’Aleo, dell’appuntato Giuseppe Bommarito e del carabiniere Pietro Morici. Oggi la commemorazione. Il ricordo del sindaco uscente

Tre carabinieri morti, una ferita che ancora sanguina. Il sindaco uscente Leoluca Orlando ha ricordato oggi l'anniversario della strage di via Scobar, avvenuta il 13 giugno 1983. "Sono passati quasi quarant'anni dalla strage - ha scritto in una nota -. Gli omicidi dei carabinieri Mario D'Aleo, Giuseppe Bommarito e Pietro Morici, così come quello del capitano Emanuele Basile, furono compiuti da Cosa Nostra per fermare le investigazioni sui legami tra mafia, politica e pezzi dell'imprenditoria siciliana. Su questi omicidi non conosciamo ancora tutta la verità ed è anche per questo motivo che dobbiamo coltivare la memoria di questi militari che hanno contribuito alla liberazione di Palermo e della Sicilia".

Il ritratto delle tre vittime

Il capitano Mario D’Aleo era nato a Roma il 16 febbraio del 1954. Destinato alla scuola sottufficiali carabinieri a Velletri e promosso tenente, fu trasferito, il 28 maggio del 1980 al comando della compagnia carabinieri di Monreale. L’appuntato Giuseppe Bommarito era nato invece il 14 luglio del 1944 a Balestrate. Si arruolò nel 1964, prima come ausiliario in servizio al X Battaglione Mobile di Napoli. Ritornato in Sicilia alla fine del 1965, prestò servizio presso la squadriglia carabinieri di Catalafimi e dal 1970 a Monreale, con l'incarico di autista del capitano Basile prima e del capitano D’Aleo poi. Il 22 luglio del 1972 sposò Girolama Galante dalla quale ebbe due bambini, Salvatore e Vincenzo.

Il carabiniere Pietro Morici era nato invece a Valderice il 21 agosto 1956. Dopo aver conseguito la licenza media, iniziò a gestire un negozio di generi alimentari situato vicino alla caserma dei carabinieri, maturando la decisione di arruolarsi. Raggiunse la scuola allievi carabinieri di Roma il 5 marzo del 1975. Nel 1976 fu trasferito a Palermo e infine a Monreale.

I fatti

I tre carabinieri sono stati barbaramente trucidati il 13 giugno del 1983 in via Scobar, mentre l'Ufficiale transitava in auto, accompagnato da due militari. Gli autori materiali ed i mandanti mafiosi del delitto sono stati individuati e condannati all'ergastolo.

Il presidente della Repubblica, il 31 agosto del 1983, ha conferito la “Medaglia d'Oro al Valor Civile alla Memoria” al capitano Mario D’Aleo, all'appuntato Giuseppe Bommarito e al carabiniere Pietro Morici con la seguente motivazione: “Comandante e militari in servizio a compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevoli dei gravi rischi cui si esponevano, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo, svolgevano tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidati in un proditorio agguato teso con efferata ferocia, sacrificavano la loro giovane vita in difesa dello Stato e delle Istituzioni”.

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