rotate-mobile
Cronaca Partanna-Mondello / Via Miseno

"La lottizzazione abusiva in via Miseno ci fu", ma è tutto prescritto: prosciolti 20 imputati

Alla sbarra imprenditori, dirigenti e tecnici comunali, nonché i proprietari delle 12 villette costruite nella strada di Mondello una decina di anni fa. La Corte d'Appello ha revocato la confisca degli immobili e la maxiprovvisionale da mezzo milione per il Comune, a cui sarà trasmessa la sentenza e che potrà eventualmente anche demolire gli edifici

La lottizzazione abusiva, così come gli abusi d'ufficio, ci furono, secondo la prima sezione della Corte d'Appello, ma il caso delle dodici villette costruite una decina di anni fa in via Miseno, a Mondello, è troppo risalente nel tempo, così è scattata la prescrizione e venti imputati, tra imprenditori, dirigenti e tecnici comunali, nonché gli stessi proprietari degli immobili, sono stati prosciolti.

La sentenza emessa questo pomeriggio dal collegio presieduto da Adriana Piras (a latere Mario Conte e Samuele Corso) ha anche revocato la confisca degli immobili, che era stata invece disposta con il verdetto serverissimo emesso dalla terza sezione del tribunale il 23 marzo del 2018, e pure la maxiprovvisionale per il Comune di Palermo, che è parte civile nel processo: non riceverà mezzo milione di euro ma solo 30 mila euro.

Tuttavia, la Corte d'Appello ha anche disposto la trasmissione della sentenza allo stesso Comune "per quanto di eventuale competenza in ordine all'adozione dei provvedimenti sanzionatori previsti dall'articolo 30 commi 7 e 8 Dpr 380/2001". In altri termini, al di là dell'esito penale, il Comune potrebbe acquisire al proprio patrimonio gli immobili e persino demolirli.

Secondo la ricostruzione della Procura (le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Francesco Gualtieri), le villette sarrebbero state realizzate senza seguire una regolare procedura con un piano particolareggiato - per salvaguardare soprattutto i vincoli paesaggistici che viggono nella borgata marinara - e un passaggio in consiglio comunale, ma con un iter molto più veloce, quello previsto dal piano planivolumetrico. 

Il tribunale (collegio presieduto da Marina Petruzzella, a latere Daniela Vascellaro e Maria Ciringione) aveva condannato gli imputati, per i quali adesso però è scattata la prescrizione. Le pene più pesanti erano state inflitte a Lucietta Accordino (dirigente dell'Edilizia privata), Salvatore Lupo e Giuseppe Orantelli (dipendenti dello stesso settore comunale): 3 anni di reclusione, sia per lottizzazione abusiva che per abuso d'ufficio. Sono gli unici tre che, come disposto dalla Corte d'Appello, dovranno ora pagare una provvisionale di 10 mila euro a testa al Comune.

Ai funzionari comunali Mario Li Castri e Giuseppe Monteleone, al progettista Giuseppe Tagliareni e al notaio Santo Di Gati erano stati inflitti due anni di arresto e 80 mila euro di ammenda a testa; Loredana Velardi, moglie di Li Castri, e Paola Avellone erano state condannate a un anno e 8 mesi di arresto e 60 mila euro di ammenda; Salvatore Di Piazza, Concetta Ravalli, Francesca Vullo, Graziano Magnanini, Maria Concetta Fontana, Cristina Magnanini, Morena e Armida Perna, Angela Corso, Cristiana Fabozzi erano stati condannati a un anno e 3 mesi di arresto e 50 mila euro di ammenda ciascuno. Per l'architetto Fabio Seminerio la prescrizione era già scattata in primo grado e i giudici adesso non hanno ravvisato gli elementi per poterlo assolvere nel merito. Gli imputati sono difesi tra gli altri dagli avvocati Nino e Marco Zanghì, Marcello Montalbano e Calogero Vella.

I difensori dei proprietari degli immobili sin dall'inizio hanno sostenuto di essere in buona fede, visto che avrebbero solo deciso di comprare un terreno con una casa già progettata senza sapere nulla della trafila burocratica seguita. Le difese avevano inoltre rimarcato in primo grado che gli immobili di via Miseno avrebbero avuto in ogni caso i requisiti per seguire il piano planivolumetrico, come previsto da una delibera comunale del 2006. Il piano particolareggiato, tra l'altro, a loro dire, sarebbe necessario solo quando la superficie dei terreni oscilla tra 5 mila e 10 mila metri quadrati e nel caso di via Miseno la superficie sarebbe stata di 3.080 metri quadrati.

Li Castri, Monteleone e Semierio sono stati poi coinvolti nell'inchiesta "Giano Bifronte" sulle presunte mazzette all'Edilizia privata e sono attualmente sotto processo anche per questo.

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"La lottizzazione abusiva in via Miseno ci fu", ma è tutto prescritto: prosciolti 20 imputati

PalermoToday è in caricamento