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Vertenza Isolfin: proclamati tre giorni di sciopero, lunedì presidio davanti alla Prefettura

I 48 lavoratori protestano per la situazione di incertezza occupazionale che si venuta a creare dopo l'annuncio della cessione del ramo d'azienda del comparto tecnico del navale a un'altra società più piccola

Domani, venerdì e lunedì i 48 lavoratori della Isolfin, azienda dell'indotto Fincantieri che si occupa di verniciatura, lavaggio e carenaggio navi, sciopereranno. Protestano per la situazione di incertezza occupazionale che si venuta a creare dopo l'annuncio della cessione del ramo d'azienda del comparto tecnico del navale a un'altra società più piccola, la Gap coating srl. Dal 9 aprile non fanno straordinari. Di oggi invece la decisione dei sindacati di alzare il livello della mobilitazione.

"L'unica novità al momento- spiega in una nota Fiom Cgil - è che la cessione è stata rinviata al primo giugno. Ma i sindacati, che non hanno ricevuto adeguate rassicurazioni negli incontri finora svolti con l'azienda, e aspettano la nuova convocazione promessa, hanno deciso di intensificare le azioni di lotta con tre giornate di sciopero". La decisione anche perché, nel frattempo, sono scaduti i contratti a tempo determinato della durata di un anno, di 3 lavoratori della ex cooperativa Picchettini che erano stati assunti da Isolfin. "Il rapporto di lavoro - riferiscono ancora da Fiom Cgil - non è stato rinnovato: i 3 lavoratori da domani saranno di nuovo disoccupati".

Per domani Fiom, Fim e Uilm hanno indetto le prime 4 ore di sciopero alla fine di ogni turno. Venerdì altre 4 ore di sciopero a fine turno e lunedì 8 ore di sciopero con presidio sotto la Prefettura. “Chiederemo al prefetto di riaprire il tavolo prefettizio sia con la stazione appaltante Fincantieri che con Isolfin – dichiarano il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti, e le Rsu Pietro Ficarotta, Antonio Busalacchi e Antonio Pirrotta – Con la Isolfin, che ha ereditato le commesse delle ex cooperative storiche e ha riassorbito più del 90 per cento dei lavoratori Picchettini Spavesana, si era intrapreso un percorso che non ha dato ancora i risultati sperati. Sono passati 18 mesi e ancora ci sono 7 lavoratori rimasti fuori dal percorso di riassorbimento. E adesso si aggiungono questi altri tre lavoratori, per i quali chiediamo la riassunzione immediata a tempo indeterminato, dal momento che ci sono le commesse e c'è lavoro a sufficienza. Una richiesta che abbiamo già avanzato lunedì pomeriggio in call conference con l'azienda”. “Alla Prefettura - aggiungono Foti, Fecarotta, Busalacchi e Pirrotta - chiediamo la riapertura del tavolo per discutere anche della cessione del ramo d'azienda. Se non avremo garanzie sulle aziende subentranti, non condivideremo il percorso”.
 

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