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La vertenza

Covisian, i sindacati non mollano e scrivono al ministro Orlando: “Subito un tavolo con tutti i soggetti coinvolti”

I tre segretari generali di Cgil Cisl Uil Palermo lanciano l'allarme: "Si tratta di 543 lavoratori, un numero imponente per una città già allo stremo, il rischio di un impatto sociale molto forte è evidente"

Attivare immediatamente un tavolo ministeriale alla presenza di tutti i soggetti coinvolti per risolvere la vertenza Covisian che riguarda 543 lavoratori, un numero imponente per una città già allo stremo socialmente come Palermo. Questo chiedono i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Luisella Lionti in una lettera inviata al ministro Orlando. Una richiesta che si ripete da settimane e che è stata avanzata anche dal sindaco Orlando.

"Non si tratta di una normale ‘vertenza’ - scrivo i segretari nella lettera -, è un tema che riguarda la città di Palermo ma anche la credibilità delle Istituzioni rispetto a una idea di sviluppo che tutti continuano a ripetere che debba ripartire dal Sud di questo Paese”. Le tre confederazioni lanciano l’allarme degli effetti della vertenza sull’occupazione di Palermo: “Il rischio di un impatto sociale molto forte è evidente e crediamo che questo sia chiaro a tutti. Bisogna fare qualcosa immediatamente e dare risposte certe e definitive. I lavoratori sono principalmente persone di mezza età, non facilmente ricollocabili, che però hanno dato tutto quello che avevano alla compagnia di bandiera negli anni scorsi e che oggi rischiano realmente di essere espulse dal mondo del lavoro. Molte sono donne e operano in regime contrattuale di part time involontario”.

Per i sindacati, “serve che si rispettino gli accordi presi, che non venga disatteso quanto previsto dalle norme. Tutte le riorganizzazioni nel tempo sono sempre passate sulla pelle dei lavoratori; si è cercato di mantenere il lavoro, si sono fatte rinunce e sacrifici ma stavolta queste lavoratrici e lavoratori non possono sentirsi traditi dalle istituzioni. La non applicazione della clausola sociale, il mancato rispetto degli accordi ma anche la scelta di non presentarsi di Ita al tavolo hanno rappresentato non solo qualcosa di ‘inusuale’ ma anche un ‘grave e negativo’ episodio per le relazioni industriali e sindacali nonché un comportamento che potrebbe definirsi ‘negligente’”. 

I tre segretari, Ridulfo, La Piana e Lionti concludono “se una società come Ita, pubblica al 100 per cento, tiene questi comportamenti che potremmo definire ‘arroganti’, abbiamo la ragionevole preoccupazione che ci possano essere comportamenti emulanti anche di altre aziende di altri settori. Sosteniamo dunque tutte le forme di protesta e rivendicazione che stanno portando avanti le federazioni di categoria a livello locale e nazionale, chiediamo che intervengano subito le istituzioni nazionali: c’è un tema di mantenimento di posti di lavoro, di rispetto di regole e accordi, di contrasto al dumping salariale e sociale ma anche di credibilità sul futuro di terre come la nostra”.

Intanto domenica 15 maggio alle 18 i lavoratori torneranno in piazza: metteranno in scena un flash mob davanti al Politeama per denunciare la drammatica situazione che stanno vivendo.


 

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