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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Carini

Vertenza Centralgas, dopo tre mesi riparte la protesta: "Ancora in attesa degli stipendi arretrati"

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta in Prefettura. Il segretario generale Filctem Cgil Palermo Gabriella Messina e il segretario Cgil Palermo Calogero Guzzetta: "Non conosciamo ancora i conti dell'azienda e chiediamo all'amministratore giudiziario di conoscere lo stato delle risorse"

Riunione in Prefettura per affrontare la vertenza dei lavoratori Centralgas di Carini, che ieri hanno ripreso improvvisamente la loro protesta, salendo autonomamente sui tetti, per chiedere le spettanze pregresse corrispondenti anche a più di due anni di retribuzioni arretrate. All'incontro, chiesto dalla Cgil Palermo e dalla Filctem Cgil Palermo, hanno partecipato tre rappresentanti dei lavoratori. “Un incontro molto positivo, che è servito a placare gli animi – dichiarano il segretario generale Filctem Cgil Palermo Gabriella Messina e il segretario Cgil Palermo Calogero Guzzetta – Nonostante l'impegno assunto al tavolo dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati circa tre mesi fa, di destinare alcuni somme al pagamento di un anticipo delle spettanze arretrate, e le nostre reiterate richieste di questi mesi, non abbiamo più avuto alcuna informazione dagli amministratori giudiziari dell'azienda e dalla stessa Agenzia sui tempi dei pagamenti. I lavoratori, esasperati, hanno così deciso in autonomia di salire sui tetti, come avevano già fatto a luglio. Segno che il livello della tensione è alto. E' stato possibile spingerli ad abbandonare tale modalità di protesta grazie all'intervento della Prefettura, che sta attenzionando la situazione”. 

Cgil e Filctem, assieme ai rappresentanti degli operai, sono stati ricevuti dal capo di gabinetto del prefetto, al quale hanno esposto le ragioni della mobilitazione e la condizione in cui si trova l'azienda confiscata alla mafia. "Il nostro auspicio è che la Prefettura, così come da impegni presi oggi, possa in tempi brevi sbloccare  la vertenza per mettere fine al grande stato di disagio in cui si trovano i lavoratori.  Allo stato attuale, dopo numerosi incontri chiesti, non conosciamo ancora i conti dell'azienda e chiediamo all'amministratore giudiziario di conoscere lo stato delle risorse. Inoltre – aggiungono Messina e Guzzetta – si attende che riparta il bando di gara per la vendita degli asset aziendali, con  l'applicazione della clausola sociale  che porterebbe alla riassunzione dei lavoratori e con la possibilità di immettere nuova liquidità in azienda e garantire legittime prospettive occupazionali”.
 

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