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Cronaca Viale delle Scienze

Università, studenti in protesta contro i test d'ingresso: "Furto legalizzato..."

Le aspiranti matricole, in procinto di svolgere i test, si sono trovate davanti decine di studenti con volantini e megafono

Stamattina alcuni studenti universitari hanno protestato contro lo svolgimento dei test d'ingresso delle facoltà di psicologia, servizio sociale scienze motorie e lingue. Le aspiranti matricole, in procinto di svolgere i test, si sono trovate davanti decine di studenti con volantini e megafono che hanno espresso la loro netta contrarietà "al furto legalizzato dei test d'ingresso in quanto traduzione diretta dell'attuale sistema universitario sempre più elitario e conforme alle logiche del profitto, sempre più distante dalle necessità degli studenti e delle loro famiglie".

“Con le politiche in materia d'istruzione che nel corso degli anni si sono susseguite - si legge in una nota firmata da Box 3 autogestito Lettere e Filosofia, Labaut biblioteca autogestita e Aula autogestita di Scienze Politiche - l’università invece di essere strumento di emancipazione e mobilità sociale si è andata delineando sempre più come luogo chiuso ed elitario. Siamo qui oggi proprio perché l’esistenza stessa delle facoltà a numero chiuso, con i conseguenti test di ingresso, rientra in una lunga serie di limitazioni al diritto allo studio che va inteso anche come diritto all'accesso. Il numero chiuso ha generato un business basato su onerosi corsi preparatori a cui, ovviamente, non tutti possono accedere. Ciò crea disparità tra studenti e trasforma il problema in questione sociale: la maggiore possibilità di superamento dei test è determinata anche dalla possibilità economica di frequentare tali corsi".

No test d'ingresso 2-2-2"L’innalzamento della soglia Isee per la borsa di studio e l’abolizione della figura dell’idoneo non beneficiario (per mancanza di fondi) - afferma la studentessa portavoce Tiziana Albanese -sono solo alcuni degli obiettivi minimi che gli enti per il diritto allo studio dovrebbero perseguire per garantire un’università che sia davvero alla portata di tutti. In condizioni particolarmente difficili vivono gli studenti pendolari che non fruiscono di alcun supporto per le spese di trasporto e quelli fuori sede, che spesso rimangono esclusi dall’assegnazione di posti alloggio e sono costretti a rivolgersi al mercato degli affitti".

Nel corso della protesta, oggetto di analisi e di critica è stata anche anche la particolare e specifica situazione che caratterizza gli atenei del sud, “in questo quadro - conclude Tiziana Albanese - le Università del Mezzogiorno e sopratutto quelle siciliane sono le maggiormente definanziate e, ahinoi, il principale effetto della mancanza di risorse e investimenti si risolve nell' emigrazione di studenti e ricercatori verso i poli settentrionali ed esteri. Lottare per il diritto allo studio nella nostra terra significa anche fermare l'emigrazione forzata giovanile”.

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