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Formazione sempre più pratica per i medici: le tecniche diagnostiche e terapeutiche s'imparano coi simulatori

I modelli di manichini si basano su tecnologie all’avanguardia che riproducono con estrema precisione i tessuti del corpo umano e consentono di ricreare sia condizioni fisiologiche che patologiche, dando l’opportunità agli studenti e ai professionisti di simulare una visita reale

Didattica più pratica e meno teorica per formare al meglio le nuove generazioni di medici. È con questo obiettivo che questa mattina la Scuola di medicina e chirurgia dell’Università, presieduta da Marcello Ciaccio, ha presentato ai docenti, agli studenti e ai professionisti dell’Azienda ospedaliera universitaria alcuni modelli di manichini in grado di simulare le diverse situazioni cliniche che ogni giorno si possono presentare in reparto.

“Crediamo – ha sottolineato Ciaccio – che sia fondamentale offrire ai nostri Studenti una formazione di alto livello che includa, non solo nozioni teoriche, ma anche pratiche. I simulatori che sono stati presentati oggi si basano su tecnologie altamente innovative ed all’avanguardia che riproducono con estrema precisione i tessuti del corpo umano e consentono di ricreare sia condizioni fisiologiche che patologiche, dando l’opportunità agli studenti e ai professionisti di simulare una reale visita, inclusa la richiesta di esami diagnostici, o un intervento chirurgico. Questa nuova forma di didattica - ha continuato - garantisce allo studente una formazione completa, arricchita dall’esperienza, che rappresenta un aspetto fondamentale, soprattutto oggi che le lauree sono diventate abilitanti”.  

“Oggi - ha commentato il rettore Massimo Midiri – siamo entrati nel futuro, facendo un altro passo in avanti verso una nuova didattica universitaria. I simulatori, monitorati da sistemi computerizzati molto avanzati, consentiranno agli studenti di potere testare interventi e procedure complesse e di acquisire importanti abilità pratiche. Questa iniziativa è parte integrante di un progetto già avviato in Ateneo con lo scopo di affiancare ai metodi di insegnamento ‘classici’ la tecnologia digitale, che consentirà di offrire spazi innovativi di apprendimento per tutte le specializzazioni”.

“Siamo lieti che l’Università degli Studi di Palermo - ha sottolineato il commissario straordinario del Policlinico Alessandro Caltagirone - sia promotrice di iniziative formative complementari alla mera didattica sui libri, implementando percorsi di apprendimento sul campo con tecniche innovative, tecnologiche, digitali di realtà virtuale e aumentata. Durante l’emergenza covid abbiamo constatato quale avrebbe potuto essere l’ulteriore contributo dei neo laureati, eccezionalmente reclutati, se avessero seguito percorsi formativi sul campo. Per loro e per i medici specialisti la pratica rappresenta un’opportunità straordinaria anche per l’assistenza; questi strumenti infatti consentono di simulare di volta in volta casi clinici di diversa complessità”.  

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