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Cronaca Libertà

Uffici giudiziari di Palermo al collasso, sindacati in assemblea in vista dello sciopero del 28 giugno

Secondo le previsioni dei sindacati, nell'arco di un anno il personale sarà dimezzato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

“Risorse, riqualificazione del personale e nuove assunzioni sono le tre parole d’ordine dello sciopero dei lavoratori giudiziari che si terrà venerdì 28 giugno per accendere i riflettori sul gravissimo stato di degrado che affligge il settore giustizia”: lo affermano Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa attraverso i rispettivi segretari Anna Maria Tirreno, Antonino Leti e Alfonso Farruggia che, nel corso di un’assemblea svoltasi presso il Tribunale di Palermo, hanno fatto il punto della situazione in merito alle condizioni degli uffici giudiziari territoriali.

“Anche a Palermo – spiegano i rappresentanti delle tre sigle – si registra una grave carenza in termini di organici, la conseguenza di decenni di politiche di tagli ai bilanci e al costo del lavoro che hanno penalizzato un comparto strategico, come quello della giustizia, indispensabile per garantire legalità e diritti dei cittadini”. Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato anche Nunzia Ioppolo e Gioacchina Catanzaro, rispettivamente esponenti di Cisl Fp e Uilpa, i sindacati hanno dedicato particolare attenzione all’esodo in atto presso gli uffici giudiziari cittadini : la previsione è che, nell’arco di un anno, il personale sarà dimezzato del 50%.

“Con i prossimi pensionamenti – spiegano Tirreno, Leti e Farruggia – gli uffici si svuoteranno ulteriormente, e i lavoratori, già in difficoltà, non riusciranno più a far fronte alle proprie responsabilità di funzionari pubblici né potranno tramandare l’esperienza acquisita a eventuali nuovi colleghi assunti”. “Senza dimenticare – precisano i sindacati – che entro il 28 giugno dell’anno in corso i contenuti dell’accordo del 27 aprile 2017 avrebbero dovuto già concretizzarsi con la riqualificazione professionale di tutto il personale, lo scorrimento delle graduatorie e l’attuazione delle procedure previste dall’articolo 21 quater della legge 132 del 2015, con il transito degli ausiliari in seconda area e i passaggi giuridici all’interno delle varie aree”.

“Adesso – concludono – il tempo è scaduto e occorre compiere delle scelte con l’assunzione di precise responsabilità: i lavoratori giudiziari protesteranno non soltanto per tutelare i propri interessi ma anche per garantire ai cittadini una giustizia più celere ed efficiente”.

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