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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Truffe online con false vendite, palermitano in aula: "Ho dato l'acconto e sono spariti"

La testimonianza di un professionista, una delle vittime di truffa al processo scaturito dall'inchiesta denominata "Pacchi.it". Una banda che agiva senza alcuno scrupolo: in una circostanza avrebbe tentato di raggirare anche un terremotato, che era sopravvissuto al sisma di Amatrice


"Cercavo su internet offerte per l'acquisto di automobili e ho trovato quella di una Fiat Panda molto interessante. Non ricordo il prezzo di preciso ma era conveniente, ho chiamato il numero indicato ed è iniziata la trattativa". E' la testimonianza di un palermitano, una delle vittime di truffa al processo scaturito dall'inchiesta denominata "Pacchi.it" che avrebbe sgominato un giro di false vendite on line con uno stratagemma pressoché analogo in tutti i casi.

"Mi ha chiesto un acconto di mille euro per bloccare l'automobile - ha aggiunto la vittima, un professionista palermitano, rispondendo al pm Elenia Manno - che per me era assolutamente spropositato. Gli ho detto che, al massimo, gli avrei potuto versare una cauzione di 100 o 200 euro. Ho fatto una ricarica su una postepay intestata a una certa Samanta di cui non ricordo il cognome e poi è scomparso".

Gli imputati, tutti licatesi, davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, sono sette. Si tratta di: Alessandro Bianchi, 26 anni; Samanta Cicatello, 29 anni; Cristoforo Famà, 34 anni; Daniela Giannone, 41 anni; Antonina Parroco, 41 anni; Giuseppe Romano, 24 anni e Angelo Trupia, 47 anni. Alcune delle vittime si sono costituite parte civile con l’assistenza degli avvocati Davide Casà e Francesco Giambalvo.

Il sistema delle truffe sarebbe stato tanto semplice quanto, al tempo stesso, articolato. Gli oggetti messi in vendita sul web a costi modici sarebbero stati tantissimi e di ogni tipo, per le trattative si usavano schede telefoniche temporanee e dopo il pagamento dell’acconto, sostiene l’accusa, il venditore spariva e il numero che era stato utilizzato per le trattative veniva cancellato.

Trentatrè le presunte truffe riuscite. L’operazione, chiamata “Pacchi.it”, è stata messa a segno dai carabinieri l’8 giugno del 2017. La presunta “banda” avrebbe agito senza alcuno scrupolo e, in una circostanza, avrebbe tentato di raggirare anche un terremotato, sopravvissuto al sisma di Amatrice, al quale avrebbero fatto credere che poteva acquistare una roulotte al prezzo stracciato di 1.500 euro. 

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