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Cronaca

"Mai concedere l'amicizia alle sconosciute": Facebook, la polizia mette in guardia

L'aggancio sul web, le foto osè, le minacce. Il considerevole numero di denunce per casi di estorsioni on line a sfondo sessuale ha indotto la polizia postale di Palermo a fornire una breve descrizione del fenomeno ed alcuni utili suggerimenti

Richieste di amicizia su Facebook da ragazze belle ma sconosciute che si trasformano presto in trappole velenose. Il proliferarsi delle truffe su Facebook e il considerevole numero di denunce per casi di estorsioni on line a sfondo sessuale, ha indotto la polizia postale di Palermo a fornire una breve descrizione del fenomeno ed alcuni utili suggerimenti nell’interesse degli utenti della rete.

Le vittime, di sesso maschile, vengono circuite secondo uno schema sempre identico. Inizialmente viene ricevuta una richiesta di “amicizia” da una ragazza giovane ed avvenente. Se la vittima concede l’amicizia richiesta, la ragazza passa subito alla messaggistica istantanea: scambiata qualche battuta, e spesso anche qualche foto anche” senza veli”, la ragazza fornisce un nome utente di videochat, spesso Skype ed attende di essere contattata su quella piattaforma. Se l’utente cede alla provocazione ed inizia a spogliarsi davanti alla webcam il gioco è fatto e la cosa, piuttosto che rimanere un “gioco”, diventa molto seria. Sì, perché le immagini del malcapitato, nudo ed in atteggiamenti inequivocabili, sono state, infatti, registrate e la vittima, in tempi brevissimi, riceve una richiesta di denaro con la minaccia, in caso di mancato pagamento, di diffusione del video. La diffusione è sempre ben mirata perché quando l’amicizia sul social network è stata concessa, il criminale ha salvato copia di tutti i contatti della vittima e conosce, pertanto, a chi inoltrare le immagini per costringere la vittima a pagare.

La polizia svela: "Per rendere la minaccia dal punto di vista psicologico, ancor più pressante, il video viene di solito così intitolato: 'Ecco il sig….mentre fa sesso on line con una minore'. Il filmato viene quindi postato su Youtube in modalità “protetta”, cioè non pubblica ed alla vittima viene fornita una password di accesso affinché possa verificare che il video esiste ed è pronto per la pubblicazione e che, di conseguenza, la minaccia è concreta.

Ecco, secondo la polizia, cosa deve fare la vittima: mai pagare la somma richiesta, bloccare subito il contatto, sia sulla piattaforma social che sulla videochat. Inoltrare la richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video stesso è stato postato. Sporgere denuncia alla polizia postale. "Non bisogna mai concedere l''amicizia' sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale - consigliano dalla polizia -. A maggior ragione mai scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, mai concedere di entrare, attraverso la webcam, nella nostra casa e nella nostra privacy. Quindi configurare le nostre pagine social in modo tale da renderle “invisibili” agli sconosciuti".

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