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Cronaca

"Non ha truffato l'università", assolto l'ex presidente dell'Autorità portuale Nino Bevilacqua

La Procura contestava all'imputato, ex docente di Ingegneria, di aver incassato indebitamente gli stipendi dall'ateneo in relazione a 13 lezioni che in realtà non avrebbe mai tenuto. La difesa ha dimostrato che invece tutto sarebbe avvenuto regolarmente

Per la Procura l'ex presidente dell'Autorità portuale ed ex docente di Ingegneria, Nino Bevilacqua, avrebbe dichiarato il falso, sostenendo di aver tenuto 13 lezioni all'università, tra il 14 marzo ed il 6 giugno del 2014, mentre in realtà si sarebbe trovato altrove, truffando quindi l'ateneo e incassando indebitamente gli stipendi. Adesso, però, il gup Roberto Riggio, ha deciso di assolvere l'imputato, ritenendo infondate le tesi dell'accusa - il pm aveva chiesto una condanna a 4 anni - e accogliendo invece quelle dell'avvocato Giovanni Rizzuti, che difende Bevilacqua.

L'inchiesta risale a diversi anni fa ed era stata coordinata dal sostituto procuratore Maria Teresa Maligno (oggi in Procura generale). Si ipotizzava non solo l'assenteismo dell'imputato, ma anche una sua presunta incompatibilità tra il suo ruolo di docente universitario e quello di amministratore e rappresentante legale di diverse società. Un presunto imbroglio che avrebbe consentito a Bevilacqua - sempre secondo la Procura - di incassare irregolarmente quasi 400 mila euro dall'università (precisamente 394.675,98 euro).

Il pm aveva anche chiesto una misura interdittiva per l'imputato (la sospensione dalla docenza universitaria) e anche un sequestro "per equivalente" delle somme che, per l'accusa, sarebbero state percepite indebitamente. Istanze che l'allora gip Fernando Sestito aveva però respinto e la decisione era stata poi confermata dal Riesame.

In base alla ricostruzione della guardia di finanza, Bevilacqua non avrebbe segnalato all'università "com'era suo dovere", per usare le parole del gip, di essere amministratore delle società "Italconsult spa", "Terrazze dell'Etna Trading srl", "Torrazzo srl" e "Sis spa". "E' pacifico - aveva affermato ancora il giudice - che Bevilacqua versasse in uan situazione di incompatibibilità dal 2012 al 21 giugno del 2017", ma mancava "l'elemento psicologico del reato di truffa". Tanto che Bevilacqua aveva spiegato sin dall'interrogatorio di "essersi avveduto della sussistenza della causa di incompatibilità solo il 7 marzo 2017", cioè quando era stato convocato dalla Finanza.

L'imputato aveva chiesto quello stesso giorno al rettore di metterlo in aspettativa e il 20 giugno si era dimesso dal ruolo di professore ordinario a tempo definito. La Procura alla fine ha deciso di non contestare più l'incompatibilità, ma solo la presunta truffa legata alle lezioni fantasma di Bevilacqua. La difesa ha però dimostrato che i corsi si sarebbero tenuti regolarmente. Da qui l'assoluzione.

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