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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Truffa da 5 milioni sugli incentivi per i pannelli solari: scatta maxisequestro, 2 indagati

Bloccati i beni di una coppia e sigilli a due aziende. Con documenti falsi e usando i dati dei clienti a loro insaputa i due avrebbero chiesto allo Stato i rimborsi per lo sviluppo delle rinnovabili. Oltre 2.100 le pratiche presentate in 3 anni, che quasi mai venivano respinte. L'inchiesta nata dalla denuncia di una banca: si sarebbe accorta dei bonifici fasulli

Una truffa da oltre 5 milioni di euro giocata tutta sull'installazione (a volte fasulla) di centinaia di pannelli solari, tra la provincia di Palermo e quella di Trapani, e l'incasso degli incentivi previsti dallo Stato per favorire la produzione di energia rinnovabile e pulita. L'imbroglio - con la presunta creazione di una sfilza di documenti e fatture fasulli, persino utilizzando riferimenti bancari inesistenti - sarebbe stato architettato da Maria Laura Coppola, di Carini, e dal marito, Rosario Inghilleri, di Partinico, entrambi di 42 anni, attraverso le società Egi Solar srl di via Collina, a Partinico, e Isec srl. In seguito agli accertamenti della guardia di finanza di Alcamo, è scattato un maxisequestro da 5 milioni e 379.671,75 euro (pari cioè alla somma intascata illecitamente tra il 2017 ed il 2020). Sigilli anche alle due aziende.

I bonifici sospetti e la denuncia della banca

A disporre il provvedimento d'urgenza sono stati il procuratore aggiunto Sergio Demontis ed il sostituto Chiara Capoluongo, ottenendo poi la convalida dal gip Simone Alecci. L'indagine è partita nel 2020, dopo la denuncia di una banca, la Don Rizzo, che ad un certo punto si sarebbe accorta che sarebbero stati utilizzati i suoi segni distintivi per predisporre falsi bonifici. I finanzieri hanno passato così al setaccio oltre 2 mila istanze per ottenere gli incentivi presentate dalla Egi Solar al Gestore dei servizi energetici, la società a totale partecipazione pubblica deputata alla gestione di queste misure. Sono stati anche sentiti tanti clienti dei due indagati, che hanno tutti riferito di aver pagato (per lo più in contanti) 300 o 400 euro per l'installazione di impianti solari termici e che hanno poi disconosciuto le firme sui documenti inviati al Gse, dichiarando di non averli mai visti. 

In tre anni presentate oltre 2 mila istanze per gli incentivi

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la Egi Solar sarebbe riuscita ad ottenere negli anni gli incentivi per 2.104 istanze presentate al Gse con falsa documentazione. Difficilmente - nonostante il controllo che avrebbe dovuto essere esercitato dall'ente non eventualmente, ma necessariamente - le pratiche sarebbero state respinte.

"Documenti falsi, ma pochissime richieste bocciate"

Nello specifico, nel 2017 l'azienda - sostituendosi ai suoi clienti e a loro insaputa - ha richiesto l'incentivo per la fornitura e l'installazione di 69 impianti. Soltanto una pratica era stata bocciata e gli indagati avrebbero così percepito 160.768,60 euro. Nel 2018 le richieste sarebbero state per 656 impianti e anche in questo caso solo una pratica sarebbe stata respinta: sarebbe stato così incassato un milione e 677.855,21 euro. Il boom si registra nel 2019, con le richieste legate a ben 1.262 impianti, con soltanto 17 istanze respinte e un incasso di 3 milioni e 198.059,41 euro. Nel 2020, le richieste di incentivi hanno riguardato 344 impianti e stavolta quelle respinte sarebbero state ben 162, mentre 46 sarebbero rimaste "in valutazione". All'Egi Solar sarebbero arrivati 340.629,96 euro.

"Codici bancari non riconducibili a nessun istituto di credito"

La guardia di finanza ha rilevato che tutte le fatture comunicate al Gse avrebbero avuto un importo maggiore rispetto a quelle registrate in contabilità dall'azienda e che le copie delle ricevute di bonifico sarebbero state del tutto false. Inoltre i codici "Abi" e "Cab" utilizzati dagli indagati non sarebbero riconducibili a nessun istituto bancario o postale. Un dato che sarebbe emerso quando gli investigatori hanno chiesto ad una banca di Terrasini se su un conto dell'azienda fossero stati accreditati 10 bonifici legati al pagamento di fatture per l'installazione degli impianti e non se ne sarebbe trovata alcuna traccia.

Impianti piazzati in vari comuni della provincia, ma anche "fantasma"

Da lì i militari hanno deciso di sentire una serie di clienti della Egi Solar e tutti avrebbero fornito le stesse risposte, dichiarando di aver installato gli impianti tra Cinisi, Caccamo, San Giuseppe Jato, Partinico e Carini, ma anche in provincia di Trapani, tra Mazara del Vallo, Partanna e Petrosino, di aver versato 300 o 400 euro e di non aver mai visto o firmato i documenti che gli indagati avrebbero presentato al Gse, utilizzando indebitamente proprio i dati personali degli ignari clienti. In alcuni casi, secondo la Procura, gli impianti esisterebbero soltanto sulla carta e non sarebbero mai stati installati.

Le "note di credito" del 2017

Soltanto nel 2017, come mettono in evidenza gli inquirenti, la coppia avrebbe agito diversamente, emettendo fatture di 4.136 euro per ottenere gli incentivi e liquidando poi con una nota di credito somme tra gli 800 e i mille euro ai clienti. Negli altri casi i due avrebbero incassato tutti i soldi pubblici.

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