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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Fondi pubblici usati per progetti turistici fantasma": un arresto e sequestro di beni per oltre 11 milioni

E' finito ai domiciliari l'imprenditore A.F. E' accusato di bancarotta fraudolenta e intestazione fittizia di beni. Denunciate, complessivamente, 18 persone. Sigilli anche a due immobili di valore nel centro storico

Grazie a una serie di documenti falsi avrebbe ottenuto un ingente finanziamento pubblico, ma del progetto turistico che doveva essere realizzato non c'è neppure l'ombra. Con questa accusa stamani è finito agli arresti domiciliari l'imprenditore A.F., 51 anni. Eseguito anche il sequestro di beni per un valore che supera gli 11,3 milioni di euro. Il patrimonio è riconducibile in parte all'imprenditore arrestato e in parte a un suo stretto collaboratore, I.M.D, 50 anni.

L'operazione è stata denominata "Save the Christmas" ed è stata eseguita dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla locale Procura.

Per l'imprenditore è scattata anche l'interdizione dall'attività imprenditoriale e dall'esercizio di cariche presso persone giuridiche. L'imprenditore è amministratore prima di diritto e poi di fatto di due consorzi (Consorzio cult e Consorzio sistema Palermo servizi musei) operanti nel settore turistico e beneficiari, unitamente a una terza società (Alimentari Sicilia srl).

Nel dettaglio, il sequestro riguarda beni e disponibilità finanziarie per 6,2 milioni di euro, tra cui un'autovettura e due immobili nei confronti di A.F.. Beni per 5,1 milioni di euro sono riconducibili al socio, amministratore prima di diritto e poi di fatto della Alimentari Sicilia srl.

Secondo quanto ricostruito, la concessione dei contributi pubblici per oltre 3,2 milioni di euro e interamente percepiti, "era finalizzata alla realizzazione di un sistema itinerante su tutto il territorio regionale per la fruizione del patrimonio culturale e naturalistico, in grado di promuovere il turismo locale e di potenziare le realtà produttive circostanti, attraverso la realizzazione di 10 unità produttive dislocate sull'intera regione e di un portale internet, l'acquisto di audioguide, cartellonistica e segnaletica stradale". 

Le indagini, condotte mediante acquisizione e analisi documentale presso la Regione Siciliana, accertamenti bancari e incrociati nei confronti di tutti i fornitori delle entità beneficiarie delle erogazioni, nonché intercettazioni telefoniche, "hanno permesso di accertare l'esistenza di un sodalizio criminale, composto da A.F. e da I.M.D., nonché due prestanomi, O.R. (55 anni) e R.A. (49 anni)".

"Il gruppo - spiega la finanza - ha predisposto documentazione ideologicamente falsa preordinata all'ottenimento di erogazioni pubbliche per oltre 3,2 milioni di euro, distratto i suddetti fondi per finalità differenti rispetto a quelle per cui erano stati concessi, utilizzato e/o emesso fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di quasi 7,8 milioni di euro, nonché effettuato operazioni finanziarie per oltre 11 milioni di euro strumentali allo svuotamento delle casse delle società beneficiarie dei contributi, con conseguente fallimento delle stesse".

Al termine delle indagini sono state denunciate 18 persone fisiche responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico, all'emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla malversazione, nonché per il reato di bancarotta fraudolenta. Sono state inoltre segnalate 3 persone giuridiche (la Alimentari srl e i due consorzi) per l'illecito amministrativo dipendente dal reato di truffa aggravata.

A.F. è stato anche denunciato per il reato di intestazione fittizia di beni. "Per sottrarre beni all'applicazione di misure di prevenzione pendenti a suo carico - dicono i finanzieri - ha fittiziamente intestato alla anziana madre la proprietà di un autoveicolo". Due immobili di pregio in via Pignatelli Aragona e in via Mariano Stabile, sequestrati, erano invece stati fittiziamente intestati a una società in liquidazione, di fatto gestita dall'indagato. 

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