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Cronaca

Ossa rotte e finti incidenti per truffare le assicurazioni: 22 condanne e 5 assoluzioni

Il processo è nato da una delle inchieste contro i così detti spaccaossa, "Contra Fides", messa segno il 15 aprile dell'anno scorso dalla guardia di finanza e dalla polizia penitenziaria. Tre imputati hanno reso dichiarazioni ai pm. In sei hanno patteggiato la pena

Avrebbero approfittato di persone disperate, disposte - pur di incassare poche centinaia di euro - a farsi spaccare braccia e gambe, per simulare finti incidenti e truffare le compagnie assicurative. Oggi, davanti al gup Marco Gaeta, si è chiuso - con 22 condanne (di cui 6 patteggiamenti) e 5 assoluzioni - un altro dei processi nato dalle inchieste sui così detti spaccaossa, scaturito dal blitz "Contra Fides", messo a segno il 15 aprile dell'anno scorso dalla guardia di finanza e dalla polizia penitenziaria del carcere Pagliarelli. 

Nell'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Francesca Mazzocco ed Andrea Zoppi, tre degli imputati principali, ritenuti a capo delle bande di truffatori, hanno risposto alle domande dei magistrati, aiutandoli così a chiarire i contorni di diversi episodi. Si tratta di Antonino Di Gregorio, che è stato condannato a 9 anni e 8 mesi, di Patrizia Alaimo, alla quale sono stati inflitti 4 anni e 4 mesi, e di Ermanno Campisi, condannato a 4 anni. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato.

Il giudice ha anche disposto che gli imputati risarciscano le parti civili (l'entità dei danni dovrà essere stabilita davanti al tribunale competente) e per il momento ha posto le spese processuali di ciascuna di loro a carico dei condannati. Si sono costituite diverse compagnie assicurative (Genialloyd, Allianz Italia, Assicurazioni Generali Italia, Admiral Intermediary Services, Unipol e Società Cattolica Assicurazione), nonché l'ospedale Civico e la Grandi Navi Veloci. Secondo le stime degli investigatori, quello dei finti incidenti con feriti veri sarebbe stato un business milionario, anche se le vittime consenzienti avrebbero intascato pochi spiccioli.

Oltre ai tre imputati che hanno reso dichiarazioni ai pm, sono stati condannati: Emanuela Gallano (5 anni e 8 mesi), Giuseppe Di Piazza (un anno e 8 mesi con la pena sospesa), Antonino Giglio (3 anni e 8 mesi), Gesuè Giglio (4 anni e 2 mesi), Giovanni Napoli (7 anni e 2 mesi), Giovanni Moncada (un anno, un mese e 10 giorni), Emanuele Di Mattei, Francesco Paolo Sanzo, Elisabetta Scarpisi e Rosalia Maria Farina (tutti a 5 mesi 10 giorni ciascuno e con la pena sospesa), Fabio Riggio (4 anni e mezzo), Rita Mazzanares (3 anni e 2 mesi) e Antonino Ferrigno (3 anni e 8 mesi).

Altri sei imputati hanno deciso invece di patteggiare la condanna: si tratta di Anna Accardi (9 mesi e 15 giorni con la pena sospesa), Teresa Di Maio (8 mesi pena sospesa), Girolamo Gnoffo (un anno e 8 mesi pena sospesa), Benedetto La Mattina (8 mesi), Carolina Romagnolo (9 mesi e 15 giorni pena sospesa) e Giovanni Tulumello (un anno e 8 mesi pena sospesa).

Il giudice ha infine deciso di assolvere altri cinque imputati: Francesco Tumminia, Simone Marfia, Girolamo Bonanno, Alberto Alessio Fricano e Antonino Nuccio.

Nelle scorse settimane, inoltre, erano già stati rinviati a giudizio altri otto imputati: Giacomo D'Ambrogio, Alessandro Di Mariano, Gaspare Ilardo, Filippo Inguglia, Pietro Marino, Giovanni Segreto, Giacoma Tantillo e Gaetano Taormina. Saranno tutti processati dal tribunale.
 

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