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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Misilmeri

"Ha ingannato un giovane disabile e gli ha rubato oltre 2 milioni", condannata una badante

Il tribunale di Termini Imerese ha inflitto 6 anni a Giusta Sorrentino, di Misilmeri, che per la Procura, avrebbe approfittato del deficit cognitivo del ragazzo per sottrargli i premi delle polizze assicurative che il padre gli aveva lasciato in eredità. Assolti il figlio della donna, un impiegato di banca e un avvocato

Con un'operazione studiata in ogni dettaglio sarebbe riuscita a farsi donare 2 milioni e 300 mila euro da un ragazzo disabile che non sarebbe stato neppure in grado di contare e di capire il reale valore di soldi e patrimoni. Oggi il tribunale di Termini Imerese ha deciso di condannare a 6 anni una badante di Misilmeri, Giusta Sorrentino, che accudiva il padre del giovane e che lo avrebbe raggirato. Una pena più alta di quella richiesta dalla stessa Procura, che aveva invocato 4 anni. 

La sentenza è stata emessa dal collegio presieduto da Vittorio Alcamo che ha contestualmente deciso di assolvere altri tre imputati, il figlio della donna, Federico Traina, un avvocato, Giovanni Di Martino (difeso dall'avvocato Claudio Gallina Montana), e un impiegato di banca, Benedetto Aricò. I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 2 milioni e 300 mila euro per la vittima, parte civile nel processo, attraverso un tutore rappresentato dall'avvocato Salvatore Sansone.

L'inchiesta della guardia di finanza risale al 2017, ma l'anno successivo - precisamente a maggio del 2018 - erano scattate le denunce per circonvenzione d'incapace e ricettazione per gli imputati e anche un sequestro preventivo da 2 milioni e 300 mila euro, la somma oggetto del presunto raggiro.

La badante avrebbe in realtà accudito il padre della vittima, che al momento della morte avrebbe deciso di lasciarle in eredità la nuda proprietà di ben 31 immobili e 450 mila euro. Al figlio disabile, l'anziano avrebbe invece lasciato delle polizze assicurative, dal valore appunto di oltre 2 milioni. La donna, non soddisfatta del tesoretto ereditato, avrebbe deciso di appropriarsi anche di quello del ragazzo, incapace - secondo le perizie della Procura - di comprendere il valore dei soldi e persino di contare.

Una volta incassato il denaro, la badante lo avrebbe girato ad una società ungherese con un unico socio: lei stessa. In queste operazioni, secondo l'accusa, sarebbe stata aiutata dal figlio e dai due professionisti che, tuttavia, il tribunale ha deciso di scagionare. Quando i 4 avrebbero capito che era in corso un'indagine avrebbero cercato di "istruire" il giovane disabile, ricorrendo anche a delle insegnanti, per cercare di colmare il suo deficit cognitivo e far apparire come delle donazioni volontarie ciò che in realtà sarebbe stato ottenuto con l'inganno.

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