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Cronaca

Si fingono sottufficiale e gioielliere per rapinare una donna in strada: arrestati

Due palermitani in manette, dopo la classica truffa dei diamanti. Nel mirino una donna nissena, adocchiata mentre prelevava alle poste. Le avrebbero strappato con forza il portafogli (con mille euro in contanti)

Si sono finti gioielliere e sottoufficiale della Marina per rubare una donna convincendola che gioielli falsi fossero veri e un grande affare, dopo averla adocchiata mentre prelevava una grossa quantità di soldi in un ufficio postale. Protagonisti due pregiudicati di Palermo che questa mattina sono stati arrestati dai carabinieri. In manette, su provvedimento della Procura, sono finiti Attilio Immesi di 54 anni, e Giovanni Grillo 51 anni, mentre un complice è stato deferito a piede libero.

L’episodio è avvenuto nelle scorse settimane a Caltanissetta. Giovanni Grillo, fingendosi un sottufficiale di Marina di nazionalità straniera, ha avvicinato una donna nissena, chiedendole informazioni in inglese su dove poter trovare una gioielleria cui vendere dei diamanti che aveva con sé, in quanto necessitava di denaro contante. Qua è arrivato il complice che - dicendo di parlare bene inglese - ha spiegato nuovamente alla vittima le richieste del finto marinaio. In quel momento è "piombato" Attilio Immesi, che fingendosi a sua volta gioielliere, ha valutato i diamanti come veri e del valore di almeno 14 mila euro.

Il finto marinaio ha manifestato così la propria volontà a svendere i gioielli, a condizione che qualcuno gli desse una considerevole cifra in contanti, invitando la donna a verificare di quanto disponesse nel portafogli. A quuesto punto la vittima ha tirato fuori il portafogli: i palermitani l’hanno bloccata e poi strappato il portafogli che conteneva circa mille euro in contanti. Poi la fuga. A distanza di settimane sono scattati gli arresti. La banda avrebbe anche utilizzato violenza contro la donna, e il reato si è trasformato da truffa a rapina. I due palermitani si trovano adesso agli arresti domiciliari, a disposizione del giudice. Immesi era stato già arrestato per lo stesso tipo di truffa nell’aprile 2010 dai carabinieri di Palermo nell’operazione “Trilogy”.

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