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Cronaca

Finti incidenti per truffare assicurazioni, 10 arresti: c'è anche l'ex pentito Candura

L'operazione è stata condotta tra il capoluogo siciliano e Napoli dal personale della Dia. In manette 5 palermitani. A capo della banda l'ex collaboratore, capace di provocare veri danni fisici alle "vittime"

Un'associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione di truffe alle assicurazioni e lesioni personali aggravate è stata smantellata dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo. L'operazione è stata condotta tra il capoluogo siciliano e Napoli. In entrambe le città gli uomini della Dia hanno eseguito perquisizioni e arresti nella notte.

In manette sono finite 10 persone, tra cui l'ex collaboratore di giustizia palermitano Salvatore Candura. E' l'ex pentito che con Vincenzo Scarantino aveva reso false dichiarazioni sulla strage di via D'Amelio del 1992 in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. L'uomo dopo essere stato espulso dal programma di protezione era tornato a vivere a Palermo.

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La banda avrebbe organizzato falsi incidenti stradali e avrebbe reclutato persone che, per rendere credibile la truffa, in cambio di denaro, venivano sfregiate o subivano fratture. Dagli accertamenti è emerso che il falso pentito era regista delle truffe e il punto di riferimento del gruppo, nell'ambito del quale si era imposto per la spregiudicatezza e per la capacità di organizzare un complesso e collaudato sistema. Ogni sinistro fruttava all'organizzazione, in media, dai 20 ai 30 mila euro (la stima complessiva è di svariate centinaia di migliaia di euro), non considerando i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le cure da prestare ai soggetti coinvolti. L'indagine è coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dai pm Annamaria Picozzi, Claudia Ferrari e Gaspare Spedale.

I palermitani colpiti dal provvedimento restrittivo sono: Maurizio Furitano, 46 anni; Pietro Carollo, 57 anni; Francesco Paolo La Mattina, 23 anni; Michele Todaro 25enne; Davide Scafidi, 34 anni. Mentre i campani sono: Luigi D'Onofrio, 45 anni, Ciro Ioele, 45 anni; Anna Campagna, 35 anni; Luciano Rinaldi, 44 anni.

L’indagine trae spunto da una denuncia sporta da Candura, che aveva raccontato di aver ricevuto delle minacce a seguito della sua collaborazione con l’Autorità Giudiziaria. "Da accurati accertamenti - dicono dalla Dia - è invece emerso come lo stesso fosse il regista delle citate truffe e il punto di riferimento del gruppo, nell’ambito del quale si era imposto per promuovere e dirigere un complesso e collaudato sistema che, attraverso finti sinistri stradali, consentiva ai membri dell’organizzazione di ottenere ingenti risarcimenti per i gravissimi danni fisici cagionati alle “vittime” (sfregi al viso, rottura di articolazioni ecc.). Le odierne misure assumono quindi una particolare rilevanza - concludono - soprattutto in ragione del fatto che l’associazione, proprio in ragione dell’efferatezza e della crudeltà dimostrata, avrebbe sicuramente potuto, nel tempo, compiere gesti sempre più estremi, mettendo addirittura a repentaglio la vita delle 'vittime'".

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