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Domenica, 1 Ottobre 2023
Cronaca Isola delle Femmine

Isola, trovato un grosso pacco tra gli scogli: dentro c'erano 33 chili di hashish

Dopo la segnalazione di un passante i carabinieri hanno sequestrato 330 panetti da 100 grammi l'uno. Su ogni confezione c'era un adesivo che riportava una scritta in inglese. Con questo episodio si allunga la lista dei ritrovamenti di droga sulle spiagge siciliane

Quel grosso pacco si era incagliato tra gli scogli e dentro c’erano 330 panetti da 100 grammi. I carabinieri hanno trovato e sequestrato lunedì 33 chili di hashish nel lungomare di viale Amerigo Vespucci, a Isola delle Femmine, grazie alla segnalazione di un cittadino. Il carico, perso forse da un’imbarcazione utilizzata proprio per la consegna dello stupefacente e trascinato a riva dalla corrente, sul mercato avrebbe potuto fruttare oltre 300 mila euro.

I carabinieri della compagnia di Carini guidata dal comandante Pietro Cugusi hanno avviato le indagini, al momento a carico di ignoti, per cercare di rintracciare il mittente e il destinatario di quei 33 chili di hashish si trovavano dentro dentro un sacco di plastica. Su ogni panetto c’era una scritta in lingua inglese molto evidente, un adesivo impicciato tra i vari strati di cellophane. La droga è stata spedita nei laboratori del Lass per le analisi chimiche.

Quello di lunedì è solo l’ultimo ritrovamento di una lunga serie che ha riguardato anche altre province siciliane. A gennaio scorso i carabinieri avevano trovato un altro carico da 33 chili sul litorale di Pizzolungo, frazione di Erice, nel Trapanese. La lista viene completata con i sequestri fatti (sempre a carico di ignoti) sulle spiagge di Capo d’Orlando, Castelvetrano, San Leone (frazione di Agrigento).

I vari casi potrebbero anche essere collegati con il ritrovamento, lungo le coste siciliane, di quattro sub morti sui quali è stata aperta un’inchiesta. Resta infatti da chiarire se la spedizione dei pacchi via mare, magari corredati da un gps, sia l’ultima trovata dei narcotrafficanti per fare arrivare l’hashish a destinazione. L'altra ipotesi è che i panetti sigillati possano essere caduti da qualche barca utilizzata per recapitare la merce e dunque i sub potrebbero aver trovato la morte dopo il naufragio delle imbarcazioni.

Una donna tunisina, vedendo alcune immagini diffuse dalla Procura di Termini che raffiguravano i tatuaggi individuati sui cadaveri, ha riconosciuto i propri figli ma ha respinto l’idea che la vicenda potesse essere collegata al traffico di droga. "Stavano con altri quattro connazionali - aveva detto ad ottobre - su una barca che è naufragata e indossavano la muta perché la nostra è una famiglia di pescatori e loro si vestivano così quando andavano per mare”.

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