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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Trans cambia sesso ma l'intervento non riesce, due medici sotto inchiesta

Dopo 2 anni di attesa doveva arrivare il coronamento del suo sogno, quello di diventare una donna. L'operazione eseguita al Policlinico, però, le avrebbe creato alcuni problemi. Indagati due chirurghi per il reato di lesioni colpose gravi

A gennaio dell'anno scorso, a 48 anni, aveva finalmente realizzato il suo sogno: cambiare sesso e diventare a tutti gli effetti una donna. L'operazione era stata eseguita nel reparto di Chirurgia plastica del Policlinico. Solo che, come aveva subito denunciato Valérie Andrea Contu, un'operaia forestale originaria della provincia di Nuoro, in Sardegna, l'intervento, anziché farla "rinascere", le avrebbe causato diversi problemi fisici: "La mia vagina non somiglia neppure esteticamente a quella delle altre donne – aveva raccontato – non posso avere rapporti sessuali e soprattutto sono costretta ad urinare in piedi, come fanno gli uomini, nonostante sia ormai a tutti gli effetti una donna. Devo portare un tutore nella vagina per evitare che si chiuda e questo mi crea tanti problemi nella vita di tutti i giorni, anche al lavoro...".

La Procura aveva aperto un'inchiesta e adesso, il sostituto Renza Cescon ha notificato due avvisi di conclusione delle indagini ad altrettanti medici del Policlinico, contestando loro l'accusa di lesioni colpose gravi. Adriana Cordova e Giovanni Zabbia, i chirurghi che avevano operato Contu, hanno appreso così di essere finiti sotto inchiesta. Potranno chiedere adesso di essere interrogati dal pubblico ministero che poi valuterà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio. L'indagine era partita ad ottobre dell'anno scorso e, per verificare la fondatezza delle accuse di Contu, la Procura aveva affidato una perizia medica. L'esperto avrebbe però escluso che la donna abbia subito danni per via dell'operazione per cambiare sesso. Tuttavia il pm ha deciso di procedere lo stesso, credendo in sostanza alla consulenza di parte della presunta vittima.

Contu, che una volta si chiamava Pietro, aveva scelto di essere operata a Palermo, in convenzione con il Sistema sanitario nazionale, perché a differenza di altre strutture non c'era una lunga lista d'attesa. "Aspettavo da anni questa possibilità, per me era come rinascere, invece la mia vita è diventata impossibile". L'Asp di Nuoro ha riconosciuto un'invalidità del 67% alla donna, proprio per via dei problemi sia fisici che psicologici che sarebbe costretta a patire. Nel frattempo Contu – che, quando era ancora Pietro, è stata anche sposata ed ha avuto una figlia – ha cercato una struttura dove poter fare un intervento correttivo. "Nessuno ha voluto farlo – spiega – ma finalmente a gennaio sarò operata all'estero, sempre in convenzione con il Sistema sanitario nazionale, e spero che che i miei problemi si possano risolvere".

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