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Cronaca

Quadri d'autore falsi, un affare milionario: pittore palermitano alla sbarra

Ignazio Marchesano è ritenuto il boss di un'organizzazione che si occupava di traffico di opere d'arte: a lui, infatti, spettava il compito di riprodurre i capolavori da immettere sul mercato. Trecento sequestri, l'operazione è partita dal Veneto

Si sarebbe servito di un gruppo di intermediari per gestire il redditizio traffico di opere d’arte che ha finito per inquinare il mercato della pittura contemporanea. Protagonista della vicenda un pittore palermitano di 79 anni, Ignazio Marchesano, ritenuto il presunto capo di un'organizzazione che si occupava di traffico di opere d'arte, che adesso finirà davanti ai giudici del tribunale. Un'operazione partita dal Veneto. Sono in tutto tredici i rinvii a giudizio disposti dal giudice dell’udienza preliminare Domenica Gambardella relativi al maxi sequestro di opere d’arte avvenuto sei anni fa. 

Marchesano finirà alla sbarra il prossimo 8 novembre. Mesi e mesi di pedinamenti e filmati, intercettazioni telefoniche ed ambientali, perquisizioni e consulenze tecniche: il sequestro fu conseguenza del traffico scoperto dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Venezia.

Il pittore palermitano si sarebbe servito di un gruppo di intermediari per gestire il redditizio traffico di opere d’arte che ha finito per inquinare il mercato della pittura contemporanea. Tutti i rinvii a giudizio hanno come accusa episodi di contraffazione e falsificazione di opere, certificati d’autenticità e cataloghi. Oltre un centinaio delle trecento tele prelevate dai carabinieri sono ancora sotto sequestro.

Il nominativo di Ignazio Marchesano, come l’artista intorno al quale si era sviluppato il traffico clandestino, è spuntato nel corso di un’intercettazione a un indagato. La segnalazione è stata trasmessa alla procura padovana ed è finita sul tavolo del pm D’Angelo che ha sviluppato gli spunti investigativi’.

Marchesano era la mente e la mano della banda. A lui, infatti, spettava il compito di riprodurre le opere da immettere sul mercato. Opere che riportavano la firma di grandi maestri dell’arte contemporanea come i contemporanei Lucio Fontana, Mario Schifano, Sandro Chia ed Emilio Vedova. Grazie all’abilità del pittore ‘’l’autorità giudiziaria è stata costretta a ricorrere alla superconsulenza di una funzionaria del Ministero dei beni culturali e all’aiuto fondamentale degli archivi e delle fondazioni che fanno riferimento ai vari artisti coinvolti.

 

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