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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Traffico di droga tra Villaggio Santa Rosalia, Calabria e Lombardia: arriva un'assoluzione

Scagionato il calabrese Bruno Cicciarello, che secondo la Procura avrebbe invece rifornito con un chilo di cocaina una banda di spacciatori di largo Medaglie d'Oro. Era stato coinvolto nel blitz "Dead dog" del marzo 2017. Per i palermitani nel frattempo le condanne sono diventate definitive

La droga - un chilo di cocaina - non è mai stata trovata, ma Bruno Cicciarello, di Castrovillari, in provincia di Cosenza, è finito sotto processo con l'accusa di essere uno dei fornitori di una banda di spacciatori della zona di largo Medaglie d'Oro, sgominata a marzo del 2017 dalla squadra mobile. Adesso il giudice della quinta sezione del tribunale monocratico, Ivana Vassallo, ha deciso di assolvere l'imputato, condividendo le tesi della difesa, rappresentata dall'avvocato Salvatore Ferrante. La Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni di carcere.

Cicciarello era stato coinvolto nell'operazione "Dead dog", così denominata perché quando gli affari con la droga andavano male, gli arrestati erano soliti ripetere "muriu u cani". Gli investigatori avevano bloccato un traffico di cocaina tra Lombardia, Calabria, Palermo e altre città dell'Isola. In manette erano finiti i palermitani Salvatore Ficarotta, Omar Ribaudo, Luciano Virzì, Paolo Rizzo e Francesco Graffeo. Per loro, che sono stati processati con il rito abbreviato, le condanne sono diventate ormai definitive. Se in primo grado aveva retto anche l'accusa di associazione a delinquere, che aveva determinato pene pesanti, in appello il reato era stato ritenuto insussistente.

Cicciarello aveva invece scelto l'ordinario. Come è stato ricostruito durante le indagini, l'imputato sarebbe venuto in tutto 4 volte dalla Calabria a Palermo. In tre casi era stato fermato dalla polizia, controllato e perquisito, senza che venisse trovato neppure un grammo di droga. Per la Procura, però, il chilo di cocaina sarebbe stato trasportato proprio nell'unica occasione in cui Cicciarello non era stato perquisito. E a dimostrarlo - almeno secondo il pubblico ministero - ci sarebbero state una serie di intercettazioni tra Ribaudo e Ficarotta in cui si dicevano preoccupati per i continui controlli a cui veniva sottoposto Cicciarello.

Per il giudice, però - così come ha sostenuto la difesa - quelle intercettazioni sarebbero troppo vaghe per confermare il trasporto e lo smercio di quel chilo di cocaina, peraltro mai ritorvato dagli investigatori. Da qui l'assoluzione per l'imputato.

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