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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Fiumi di droga dalla Kalsa fino ad Altavilla, in appello 20 condanne e un'assoluzione

Pena ridotta per Antonino Abbate, nipote del boss Luigi, detto 'Gino u mitra'. Le indagini, condotte da polizia e carabinieri, avevano portato alla luce un'organizzazione dedita allo spaccio e fatto emergere il ruolo di Ottavio Abbate, processato separatamente: gestiva i contatti e la rete di pusher

Venti condanne in appello a Palermo nel processo per il traffico di droga nel quartiere Kalsa. La sentenza è stata emessa ieri sera dalla quarta sezione della Corte d'appello di Palermo. Assolto uno solo dei 21 imputati del processo, Mario Marretta, in primo grado condannato a 12 anni davanti al Gup. Il collegio era presieduto da Mario Fontana. Tra i protagonisti del traffico di droga Antonino Abbate, nipote del boss Luigi, detto 'Gino u mitra', ma anche cugino omonimo di un imputato del processo per l'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà. Per Abbate pena ridotta da 16 a 15 anni di carcere.

Tutte le altre pene: Giuseppe Tumminia 14 anni e otto mesi, Ferdinando Matuozzo 13 anni e quattro mesi, Mario Mancino 11 anni e 9 mesi, Benito Eros Culotta 8 anni e 8 mesi, Luigi Parolisi 8 anni e 8 mesi, Giovanni Battista Di Giovanni 4 anni), Antonino Barbera 8 anni, Gaetano Leto 6 anni e otto mesi, Ciro Spasiano 4 anni e 10 mesi, Salvatore e Calogero Lupo 4 anni, Gaetano Matuozzo 14 anni, Gaetano Giunta 4 anni, Fabrizio Alfano 2 anni e 6 mesi, Giuseppe Bronte due anni e 6 mesi, Gaetano Ferrara 2 anni, Pietro Rubino 2 anni, Marco Bardi un anno e 2 mesi, Domenico Capoccia 5 anni e 2 mesi. 

Droga a domicilio dal centro fino a Brancaccio: retata alla Kalsa, 13 arresti

Le indagini, condotte da polizia e carabinieri, a maggio 2017 aveva portato all'arresto di diversi malviventi, accusati per reati attinenti al traffico di stupefacenti. La droga, su richiesta, arrivava in periferia o addirittura fuori città. L’organizzazione criminale sfruttava tutti i suoi sodali, sia per la vendita al dettaglio che per le forniture destinate alla periferia (tra Zen, Brancaccio e Arenella, molto “forte” nello spaccio di cocaina) e alla provincia. Ma l’attività principale si svolgeva proprio alla Kalsa, piena di vedette a ogni ora del giorno e della notte per scrutare movimenti sospetti e visite non gradite. A guidare la consorteria criminale Ottavio Abbate, fratello del boss Luigi conosciuto come "Gino u mitra", con precedenti per associazione mafiosa e per produzione e traffico di stupefacenti, appartenente alla famiglia mafiosa di "Porta Nuova" che è stato processato separatamente. La banda aveva trasformato l'ex convento della Kalsa in una centrale della droga. Tra i clienti anche gli studenti del Nautico.

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