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Cronaca

Da Palermo a Parma per tornare a sentire: "Quei mille chilometri che mi hanno cambiato la vita"

La storia di Tina che a 23 anni ha perso l'udito per cause sconosciute. La ragazza racconta la rinascita a PalermoToday: "Tornata nel mondo reale dopo avere vissuto in una 'gabbia', che emozione uscire dall'ospedale per prendere il treno e sentire l'annuncio in stazione..."

E' partita da Palermo e ha raggiunto l'ospedale Maggiore di Parma per sottoporsi ad un intervento che le ha fatto recuperare l'udito. La protagonista di questa storia di "buona" sanità è la palermitana Tina Ofrìa, 23 anni. Quando è nata sentiva. Poco più di un anno fa ha perso completamente l’udito. "A marzo 2016 - racconta Tina a PalermoToday - ho iniziato ad avere le vertigini e quindi ad avere problemi di equilibrio insieme a qualche problema all'orecchio destro". Con il passare del tempo ha iniziato a sentire sempre meno sino a perdere del tutto l'udito: "A livello emotivo e psicologico è stata dura accettarlo: ho perso amici e ho perso anche l'amore. Una situazione pesante da reggere, l'attività fisica mi ha salvata". 

Poi la rinascita. Grazie all'equipe del reparto Audiologia e Otorinolaringoiatra, guidata dal professor Vincenzo Vincenti, la ragazza che studia scienze motorie, da pochi mesi è tornata a sentire dall'orecchio destro. Il team di medici l'ha operata per installarle un impianto cocleare. "Sono arrivata a Parma - continua Tina - grazie ad un amico 50enne che ha avuto il mio stesso problema quando aveva 25 anni e che dopo molto tempo è riuscito a risolvere. E' stato lui a consigliarmi di rivolgermi al dottore Vincenti. L'intervento mi ha cambiato la vita. Chi non sente è rinchiuso in una gabbia. Sta in mezzo alla gente ma in realtà non c'è. L'apparrecchio mi ha permesso di tornare nel mondo reale. E' una cosa fantastica: sei sorda ma puoi sentire". 

Una diagnosi per quello che è successo a Tina non c'è, solo ipotesi vaghe: "La storia di come ho perso l'udito, in poco più di un anno, prima a destra e poi a sinistra, è inspiegabile. So soltanto che sono tante le concause che possono aver contribuito a farmi diventare sorda: lo stress elevato di un periodo particolare, l'esser fisicamente debilitata e un trauma acustico che secondo me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

A differenza degli apparecchi acustici tradizionali, che amplificano il suono e sfruttano i residui uditivi, l’impianto cocleare sostituisce il ruolo della coclea producendo sensazioni uditive mediante la stimolazione diretta del nervo acustico. Nel caso di Tina ha funzionato: i risultati sono stati strabilianti e rapidi, anche a causa della sua giovane età e del fatto che fosse sorda da poco tempo.

Dopo l’intervento, come da prassi, l'impianto è stato attivato da un tecnico specializzato e Tina ha iniziato la riabilitazione sotto la guida di un logopedista. Così è tornata ad ascoltare la voce dei suoi cari, degli amici e la musica dei suoi cantanti preferiti. La prima voce che ha sentito è stata quella del tecnico che ha attivato l'impianto. "Tina come stai?", le ha detto. "Ho sentito subito - racconta la 23enne - e questo ha stupito tutti, anche i medici perché non è una cosa così ovvia dopo l'intervento. Poi sono stata dimessa ed ho preso il treno. E' stato bello sentire l'annuncio in stazione anche se non sentivo perfettamente".

Il reparto di Otoneurochirugia dell'ospedale di Parma, con un’esperienza ventennale nel campo degli impianti cocleari, le ha fatto il regalo più desiderato. Presto Tina si sottoporrà allo stesso intervento un'altra volta per recuperare anche l'orecchio sinistro. Una data ancora non c'è. Ancora la riabilitazione per recuperare al 100% l'orecchio destro non è finita. "Ho deciso - conclude Tina - di raccontare la mia storia perché spero che altri venendone a conoscenza possano tornare a sentire. Il mio dottore è un grande. Non solo professionalmente ma anche emotivamente".



 

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