rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Test a medicina, segnalate nuove irregolarità: Palermo capitale dei ricorsi

Una studentessa denuncia: "Nella mia aula ci si poteva sedere dove si voleva". Un'altra: "La busta che doveva garantire il nostro anonimato era trasparente". Gli avvocati: "Molti hanno segnalato presenza di smartphone, abbiamo chiesto accesso ai verbali"

Test di medicina e polemiche sembrano andare di pari passo. E’ passata meno di una settimana dalla conclusione dei test di ingresso e le accuse montano sempre di più. Da un lato il ministro dell’Università Giannini che, nelle ore successive all’esame, ha rassicurato tutti sulla regolarità della procedura. Dall’altra i quasi tremila studenti palermitani (oltre 65 mila quelli in tutta Italia) che hanno partecipato alle prove e che, come un fiume in piena, stanno inondando i social network di segnalazioni e accuse di brogli.

Il caso più eclatante a Bari dove, stando alle indagini di polizia, sarebbe stato rubato un plico contenenti i quesiti della prova almeno quattro giorni prima l’inizio del test. Ma questo episodio rischia di essere solo la punta di un iceberg. Dalla notte dello scorso martedì, infatti, migliaia di studenti passano intere giornate su facebook descrivendo la propria esperienza e denunciando illegittimità e presunti brogli. Anche a Palermo.

Cinzia P. da Palermo scrive: “Nella mia aula ci si poteva sedere dove si voleva, nessuno controllava che si rispettassero i posti assegnati”. Mentre Stefania L. di Catania scrive su “test medicina – manuale di sopravvivenza”, uno dei gruppi più seguiti su facebook: “Non avete fatto caso che la busta che doveva garantire il nostro anonimato era trasparente? Appena inserivate il foglio compilato si poteva chiaramente leggere nome e codice del compito”.

Si prospettano, quindi, delle settimane di fuoco durante le quali, tra indagini di polizia e segnalazioni di brogli, anche gli avvocati iniziano a preparare gli inevitabili ricorsi. L’avvocato Francesco Leone di Palermo, insieme ai colleghi Stallone e La Malfa, costituisce uno dei pool legali maggiormente specializzati in materia.

“Quest’anno – spiega Leone – sin dai minuti successivi alla conclusione dei test, siamo stati inondati di chiamate ed e-mail. Ciò si è verificato perché le anomalie riscontrate dai candidati, durante lo svolgimento della prova, sembrano talmente macroscopiche che nessuno, nelle aule, avrebbe potuto non accorgersene. Ad esempio, nonostante l’amministrazione centrale abbia raccomandato che il nome del candidato non fosse accostabile in alcun modo al codice identificativo della griglia risposte, ci si è ritrovati con schede anagrafiche, e carte d’identità, fatte tenere in bella mostra sui banchi proprio accanto al modulo risposte”.

“Inoltre – continua il legale - oltre al gravissimo fatto accaduto a Bari, le segnalazioni più ricorrenti riguardano la presenza di smartphone in aula e il mancato rispetto dell’anonimato degli elaborati. In particolare, questa seconda violazione, dipende dal fatto che le linee guida sullo svolgimento del test, predisposte dal Ministero dell’università, sono state interpretate autonomamente dai vari atenei causando non pochi dubbi sulla correttezza delle procedure svolte. Con l’obiettivo di vederci chiaro – conclude - abbiamo già chiesto di poter accedere ai verbali delle Commissioni d’esame e, una volta fatto ciò, decideremo quali azioni intraprendere”.

Lo scorso gennaio il Tar di Palermo ha accolto il ricorso di 5 studenti che sono stati riammessi. Il motivo? La violazione dell'anonimato. Ministero e ateneo decisero di far compilare la scheda anagrafica prima del test, permettendo di identificare il codice dei candidato.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Test a medicina, segnalate nuove irregolarità: Palermo capitale dei ricorsi

PalermoToday è in caricamento