"Italiani maiali da sgozzare": arrestato marocchino seguace dell'Isis, indagine partita da Palermo
In particolare, durante la sua permanenza al Pagliarelli nel 2019, il 35enne Raduan Lafsahi avrebbe affermato alla presenza del personale della polizia penitenziaria di "essere un terrorista e che avrebbe ucciso tutti tagliandogli la gola, cavandogli occhi e facendo la guerra"
Raduan Lafsahi, 35 anni, in passato detenuto nel carcere Pagliarelli, è stato arrestato per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo dichiarandosi "terrorista legato all'Isis" e incentivando altri detenuti a lottare contro l'Occidente e ad aggredire gli agenti della polizia carceraria per "destabilizzare l'ordine" dietro le sbarre. A emettere l'ordinanza cautelare sono stati i pm di Milano Alberto Nobili e Alessandro Gobbis.
In particolare, durante la sua permanenza nel carcere di “Pagliarelli” di Palermo, il 15 gennaio 2019, Raduan Lafsahi avrebbe affermato alla presenza del personale della polizia penitenziaria di “essere un terrorista legato alla più nota cellula Isis e che gli italiani erano dei maiali e che li avrebbe uccisi tutti tagliandogli la gola, cavandogli occhi e facendo la guerra”.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini del pool antiterrorismo milanese e degli agenti del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, il 35enne avrebbe iniziato la sua attività di proselitismo per l’Isis già quando era detenuto a Como (da qui la competenza dell’antiterrorismo milanese in un’indagine in prima battuta scattata a Palermo) tra il 2015 e il 2017. Nel suo via vai dalle carceri della Penisola - circa una decina - emerge la descrizione di un uomo "capace col suo carisma di impartire ordini e incitare a comportamenti destabilizzanti" gli altri detenuti, tra le frasi contestate l'invito agli agenti ad entrare in cella "e vi faccio vedere io come reagisce un musulmano, io sono un musulmano e odio tutti i cristiani". Il 35enne di origine marocchina vantava l'appoggio di cugini a Milano e in Brianza e in più conversazioni avrebbe ipotizzato possibili azioni esaltando gli attentati più noti dalle Torri Gemelle a Charlie Hebdo. Per il giudice di Milano Daniela Cardamone, l'uomo "in più occasioni ha dimostrato la propria appartenenza ideologica all'associazione terroristica Isis e ha dato prova di seguirne i dettami istigando gli altri detenuti alla commissione di atti di violenza volti a destabilizzare la disciplina e l'ordine carcerario".