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Cronaca Termini Imerese

Termini, una strada per il carabiniere ucciso dalla banda Iannuzzo

Intitolata una piazza a Daniele Satariano, che nel 1945 immolò la propria vita nella lotta contro la criminalità mafiosa. Partecipò alla cattura del capo di una feroce banda armata che stava terrorizzando la provincia palermitana. Poi fu ucciso da una raffica di mitra

Una piazza di Termini Imerese intitolata al carabiniere Daniele Satariano, medaglia di bronzo al valore militare alla memoria. La cerimonia si svolgerà domani alle 10, lungo la via Guglielmo Marconi. Satariano era nato Termini 91 anni fa. L'11 giugno del 1945 l'uomo, all'epoca ventunenne, giunse alla stazione dei carabinieri di Valledolmo, pochi istanti prima che iniziasse una complessa operazione di rastrellamento contro una feroce banda armata che stava terrorizzando la provincia palermitana. La banda, capeggiata dal pregiudicato Pasquale Iannuzzo, nello specifico si era resa responsabile di numerosi gravi delitti tra cui rapine, estorsioni e sequestri di persona tra Valledolmo, Alia, Lercara Friddi, Castronovo di Sicilia e altri paesi limitrofi

Satariano, provato dal lungo viaggio, in un primo tempo era stato escluso dal servizio. Ma, nonostante la stanchezza fisica, si presentò al comandante di stazione e lo pregò insistentemente di farlo partecipare alla rischiosa operazione. "Il comandante - si legge in una nota - in considerazione della spontaneità e dell’entusiasmo dimostrato da Satariano, ritenne opportuno accontentarlo". E dopo violenti conflitti a fuoco con i malviventi, con il contributo dello stesso Satariano, il capobanda Iannuzzo fu catturato, insieme a un pericoloso affiliato. Successivamente però il drappello di carabinieri fu attaccato da altro gruppo di banditi, accorso in aiuto degli arrestati. È proprio in questo momento che Satariano fu raggiunto da raffica di mitra e ucciso.

Nel 1946 gli fu poi concessa la medaglia di bronzo al valor militare. Con questa motivazione: “Nuovo giunto alla stazione (di Valledolmo) mentre stava per iniziarsi rischioso servizio per la cattura di pericolosa banda armata, chiedeva insistentemente di parteciparvi, concorrendo, quindi, validamente, in seguito a violento conflitto a fuoco, alla cattura del capo banda e di temuto affiliato. Successivamente, attaccato da altro gruppo di banditi, accorso in aiuto degli arrestati, dando ancora tangibile prova di coraggio e di sereno sprezzo del pericolo, reagiva con decisa azione di fuoco contro gli avversari, fino a quando, raggiunto da raffica di mitra, si abbatteva al suolo ferito a morte. Fulgido esempio di spiccate virtù militari e di completa dedizione al dovere”.

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