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Cronaca

Il comandante dei carabinieri Teo Luzi visita il "bunkerino": "Qui c'è il seme della lotta alla mafia"

Il generale ha guardato con attenzione le stanze del palazzo di giustizia in cui lavorarono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che sono diventate da diversi anni un museo. "Bisogna sensibilizzare soprattutto i giovani: la criminalità organizzata mina il loro futuro"

Il comandante generale dei carabinieri, Teo Luzi, stamattina ha deciso di visitare il "bunkerino" del palazzo di giustizia, ovvero il museo realizzato da Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage in cui morì il giudice Rocco Chinnici, e dall'Anm negli uffici in cui lavorarono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il generale ha guardato con attenzione le stanze, le copie degli atti - cruciali nella storia della lotta a Cosa nostra - ma anche gli oggetti personali dei due magistrati uccisi nel 1992. "Qui c'è il nocciolo della lotta alla mafia - ha detto - e soprattutto c'è il seme di quello che si sta facendo nella lotta alla criminalità organizzata".

Luzi, che in passato è stato anche comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, ha sottolineato come "la mafia siciliana rimane sempre un fenomeno criminale importante, anche se non ha più l'organizzazione e la forza di un tempo. Tuttavia non va sottovalutata e serve la massima attenziona anche da parte della società civile". E ha aggiunto: "Bisogna creare la consapevolezza nella società, soprattutto nei giovani che il fenomeno mafioso è grave e che mina il loro futuro".

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Al "bunkerino" erano presenti, tra gli altri, anche il nuovo procuratore Maurizio De Lucia (che fino a qualche minuto prima aveva incontrato i colleghi della Procura dove dovrebbe formalmente insediarsi il 15), ma anche Marzia Sabella, procuratore facente funzione, il procuratore generale Lia Sava, il presidente della Corte d'Appello, Matteo Frasca. Luzi è stato accompagnato dal comandante interregionale dei carabinieri Riccardo Galletta, dal comandante della Legione Sicilia, Rosario Castello e dal comandante provinciale, generale Giuseppe De Liso, oltre che da numerosi ufficiali dell'Arma.

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In mattinata e prima di andare al museo, Luzi era stato in visita allo Steri, dove si è soffermato anche sui possibili appetiti di Cosa nostra in relazioni ai fondi del Pnrr: "Parliamo di miliardi e la criminalità organizzata, nelle sue diverse manifestazione, è ovvio che sia interessata anche al Pnrr - ha detto il comandante generale dei carabinieri all'Adnkronos - ma io sono fiducioso, perché alla fine abbiamo in Italia un quadro normativo molto importante, sia dal punto di vista delle prevenzione, sia come capacità di repressione criminale da parte delle forze di polizia e della magistratura". Inoltre Luzi ha rimarcato come "già da quando si è iniziato a parlare di Pnrr le attività operative sono partite subito, il che significa che qualcosa potrà sfuggire, ma la gran parte verrà invece intercettata".

Ma sugli interessi economici della criminalità organizzata, Luzi ha sottolineato che "da un punto di vista dei flussi finanziari gli elementi qualificanti sono soprattutto il narcotraffico e il riciclaggio", spiegando che "un chilo di cocaina comprato in Colombia costa più o meno mille euro, portato in Europa in tre mesi quello stesso chilo vale 25 mila euro e tagliato ne vale 200 mila" per dare un'idea delle dimensioni del business.

Infine, il generale si è detto sicuro che Matteo Messina Denaro "verrà arrestato", anche se "non si sa quando". Ma "se venisse arrestato sarebbe un colpo importante anche dal punto di vista morale, della fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato".

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